La Sardegna offre attrattive speciali e senza eguali in tutte le stagioni, siano esse bellezze naturali o ricchezze del territorio, legate magari alla storia ed alla cultura; la stagione autunnale, invoglia ad approfondimenti in cerca di monumenti e testimonianze che ci facciano tornare indietro nel tempo con l’immaginazione: la chiesa romanica di S.Pietro di Zuri, ne è un esempio perfetto, perchè ha una storia unica e davvero di grande fascino.
La chiesa, che si trova all’interno del piccolo centro di Zuri (frazione di Ghilarza) nel territorio del Barigadu, si presenta abbastanza imponente, di un vivido color rosso mattone ed è uno dei più fulgidi esempi di architettura sacra medioevale nell’Isola: progettata dall’architetto Anselmo da Como, il cui nome è riportato su un’epigrafe in facciata, fu costruita per volontà del Giudice di Arborea Mariano II, agli inizi del 1200.
La vera particolarità di questa chiesa, è che nel momento della sua fondazione non era dove si trova adesso: questo è il segreto che la rende del tutto particolare ed unica.
In realtà la chiesa originariamente si trovava nel fondo valle, dove oggi c’è il lago Omodeo – il più importante invaso artificiale sardo – realizzato a partire dal 1924, grazie allo sbarramento del fiume Tirso; accadde quindi che nel 1922 la chiesa fu smontata e ricostruita, concio per concio su un’altura dove si trova attualmente – uno dei pochi casi di anastilosi in Italia – con un’opera faraonica di ‘rimontaggio’ esatto, secondo le forme e le strutture rilevate al momento dello smontaggio; tutt’attorno alla chiesa, quasi un secolo fa, furono poi ricostruite anche le nuove abitazioni del villaggio; i vecchi resti del piccolo borgo rimasto sott’acqua, riaffiorano alla luce solo in rari casi, nei periodi più siccitosi, assieme anche ai fossili di un’antica foresta pietrificata.
La chiesa, costruita secondo lo stile romanico-lombardo in blocchi di trachite rossa, è a navata unica e termina con un’insolita abside semi-esagonale con tre arcate poggianti su colonnine. I muri laterali sono decorati con archi e lesene. A sinistra dell’edificio è situato il campanile a vela con doppia campana.
Altra particolarità dell’edificio, quella di ritenere che nella parte alta dell’ultima lesena del lato destro, sia rappresentata la più antica raffigurazione del ballo sardo.
Alberto Porcu Zanda