Itinerari Romanici in Sardegna – Chiesa di San Pantaleo di Dolianova

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L’itinerario di oggi, alla scoperta delle bellezze architettoniche e culturali del territorio sardo, ci porta a Dolianova, nel territorio del Parteolla rinomato per i vigneti di vermentino, per visitare la chiesa di San Pantaleo, splendido esempio di romanico sardo.

Già cattedrale dell’antica diocesi di Dòlia, la chiesa di San Pantaleo, edificata in un sito che era legato al culto cristiano già nel VI secolo, ha un’importanza anche storica perchè alla sua edificazione si deve poi – in epoche decisamente più recenti – anche l’origine stessa dell’attuale centro abitato di Dolianova, sorto dall’unificazione degli antichi villaggi di San Pantaleo e di Sicci San Biagio.

Colpiscono immediatamente le grandi dimensioni monumentali della chiesa (m. 30 x 13, alta m. 15 circa) e l’imponenza costruttiva dell’architettura romanica, giunta nel sud dell’isola ad opera dei monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia.

Accanto a loro, portatori di grande cultura (amanuensi, trascrivono i manoscritti e si confezionano i codici miniati, abili coltivatori, narratori delle Passiones, la vita – fra storia e leggenda, fra culto e tradizione – degli antichi santi martiri isolani), grande influenza giocò la presenza di progettisti e maestranze toscane che per circa 2 secoli attraverso varie correnti ed influenze (toscane, lombarde, borgognone, cistercensi mozarabiche), attraverso l’intreccio di diversi modi, produsse il bellissimo manufatto di San Pantaleo, la cui costruzione durò a lungo, circa 100 anni dal 1170 al 1289.

Proprio la lunga durata della costruzione, spiega i motivi e gli influssi gotici-arabeggianti, caratterizzati da un esuberante decoro scultoreo, opera (probabilmente) di scalpellini arabi che hanno decorato la facciata con figure zoomorfe ed antropomorfe, scalettature ed archetti trilobati.

La Chiesa che ha pianta longitudinale tri-navata con unica abside ed è orientata a S/E, ha il presbiterio rialzato di tre gradini ed è costruita in pietra di tufo locale.

La parte più antica di prima costruzione, è proprio l’impianto a tre navate con i pilastri a croce; all’interno, sono custodite importanti opere d’arte pittorica con affreschi medioevali quali l’Albero della vita, un dipinto a tre cerchi con in quello centrale raffigurato il Cristo crocifisso e negli altri due santi e profeti, un San Francesco che impartisce una benedizione ed il celebre Retablo di San Pantaleo, datato fine XV secolo.

Alberto Porcu Zanda

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