Catalogna – Alta tensione tra Madrid e Barcellona dopo l’attivazione dell’articolo 155 che ha sospeso l’autonomia della, arriva la reazione della Generalitat contro Madrid. Circa 450mila persone hanno partecipato alla
manifestazione indipendentista a Barcellona, secondo le stime della Guardia urbana della città.
Puigdemont tra le prime file. Con lui il vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras, il portavoce del governo Jordi Turrul, il ministro degli ‘Esteri’ Raul Romeva, la presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell e l’ex presidente della Generalitat, Artur Mas, oltre a molti deputati dei partiti secessionisti. Presente alla marcia anche la sindaca di Barcellona, Ada Colau.
La dimostrazione era stata organizzata per chiedere la liberazione di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, leader delle associazioni secessioniste Assemblea Nazionale Catalana (Anc) e Omnium Cultural, in carcere con l’accusa di sedizione. Ma ha assunto un valore più forte dopo che il governo spagnolo ha chiesto al Senato l’attivazione dell’articolo 155.
Il governatore ha messo nel mirino soprattutto il premier Mariano Rajoy e la sua mossa: “La decisione del governo di Madrid di applicare l’articolo 155 è il peggior attacco dai tempi del franchismo”. “Non è la prima volta che le istituzioni catalane, con il beneplacido del re, riceve un golpe”, ha aggiunto. Parole dure che accendono lo scontro tra Barcellona e Madrid.
“Il governo spagnolo” del premier Mariano Rajoy “ha preso la peggiore decisone dai tempi di Franco malgrado la volontà dei catalani, il governo si è illegittimamente proclamato titolare del potere politico in Catalogna”, ha ribadito Puigdemont. Dopo il commissariamento e la decisione di indire nuove elezioni in Catalogna entro sei mesi, Puigdemont ha convocato il Parlamento catalano: “Questo è un attacco alla democrazia. Per questo chiedo che si convochi il Parlament (catalano) per combattere gli abusi di Madrid. In base a cosa deciderà la plenaria del Parlament decideremo di conseguenza”. Dunque il braccio di ferro tra Madrid e Barcellona continua. Il governo di Madrid è sempre più deciso a non cedere alle mire indipendentiste e dall’altro lato Puigdemont deve dar conto ai partiti secessionisti che chiedono uno strappo in tempi brevi. Per il momento le manifestazioni si sono svolte pacificamente, ma il ricordo degli scontri dell’1 ottobre, giorno del referendum, lascia spazio a scenari imprevedibili.