Approvato settimana scorsa il contratto di servizio Rai che disciplinerà l’attività della concessionario del servizio pubblico radio-televisivo per i prossimi cinque anni. Il documento è anche lo strumento di attuazione della Convenzione firmata a luglio e che fissava precisi obblighi in capo alla Rai in materia di minoranze linguistiche e si rileva conseguentemente di estrema importanza e delicatezza per la dignità e la vitalità del sardo. Il consigliere regionale Paolo Zedda dei Rossomori, parlando del testo trasmesso pochi mesi fa alla Commissione Vigilanza per l’espressione del parere obbligatorio, dice: «risultava piuttosto ambiguo e contraddittorio rispetto agli indirizzi forniti sul punto dal relativo documento d’indirizzo, che prevedeva la produzione e distribuzione di trasmissioni radiofoniche e televisive in limba». In seguito alle pressione esercitate dal mondo politico sardo, ed in particolare dal Consiglio regionale e dal consigliere di amministrazione Rai Franco Siddi, la Commissione di Vigilanza ha proposto, mediante emendamento, l’inserimento esplicito della lingua sarda. Continua Zedda: «Un processo rispetto al quale la Regione dovrà farsi trovare pronta, in quanto chiamata dal contratto ad un intesa per la definizione delle modalità operative con la quale i nuovi obblighi saranno tradotti in iniziative concrete da parte della Rai. Si tratta di un risultato storico per la lingua sarda, e un passo concreto in direzione di una sua co-ufficialità con la lingua italiana».
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