Duro documento sindacale del Segretario Aziendale ANAAO ASSOMED ATS Sardegna, Dr. Luigi Curreli, sull’assistenza a pazienti COVID. “La modalità ATS non funziona – sottolinea Curreli nel suo documento – Assistiamo con un misto di sdegno e sconcerto a quanto sta accadendo da un po’ di tempo in ATS, ovvero lo spostamento arbitrario di specialisti da una sede all’altra, o da un reparto all’altro, fino a minare seriamente la stessa erogazione dei LEA nei Presidi
Ospedalieri più carenti di personale.
L’emergenza COVID-19 non poteva che acuire i disagi e i problemi già presenti.
Abbiamo peraltro assistito a tentativi di soluzioni creative, temporanee e poco efficaci sul medio e lungo termine, come l’impiego di figure professionali con contratti di pochi mesi, con meccanismo usa e getta. Altra soluzione che va per la maggiore è quella di pescare dal pool di specialisti disponibili, spesso senza considerare la specializzazione. In pratica come si stesse costruendo un castello di carte, dove il Jack di Denari vale quanto l’Asso di Cuori o il 2 di Picche. A parte le ovvie considerazioni sulla fine che fanno i castelli di carta, in medicina non funziona e non può funzionare così. Le professionalità e le specializzazioni non si acquisiscono a comando, ma sono frutto di studio e esperienza sul campo.
Nel frattempo le stabilizzazioni e le nuove assunzioni sono rimaste ferme al palo. Sull’onda della necessità assistiamo a scenari di ripiego inquietanti e inopportuni come quello nuorese dove in PS area sospetti COVID vengono messi in turno Oncologi ed Ematologi insieme a Cardiologi-Emodinamisti e Neurologi. A Oristano pur nel rispetto delle equipollenze fra le diverse specialità, specialisti di alcuni settori chiave come Gastroenterologia e Cardiologia vengono spostati in PS area sospetti COVID. In entrambi i casi gli specialisti lasciano sguarnite le aree di loro competenza.
Abbiamo criticato il mostro ATS fin dalla sua nascita perché presenta caratteristiche di base di ingovernabilità. Medici e operatori sanitari vengono lasciati soli di fronte ad una situazione sempre più insostenibile. Organici ridotti si trovano a far fronte a istanze di salute provenienti da un numero sempre maggiore di cittadini. Gli effetti di quanto descritto si sentiranno ancora di più nella fase 2 dell’emergenza COVID, quando si riapriranno gli ambulatori anche alle visite programmate non urgenti e ci saranno diverse centinaia di visite da recuperare in ogni specialità.
La salute del lavoratore viene continuamente messa a rischio da ritmi di lavoro sempre più massacranti e ora anche dalla scarsa disponibilità di DPI. Questa situazione non può più essere sopportata in silenzio, per il bene degli operatori e dei pazienti. A livello di Ospedali periferici poi l’organizzazione è ancora più
impastrocchiata. In diversi Ospedali vi sono settori che si presentano estremamente sguarniti di personale e in grave sofferenza.
A fronte della macchina mastodontica, l’efficienza anche solo amministrativa del sistema ATS non è migliorata rispetto al passato. Non esiste certezza di responsabilità. Figure apparentemente nevralgiche nella organizzazione annaspano nella incertezza delle
loro funzioni. Tutte le procedure si impantanano in un mare magnum di burocrazia confusa. I tempi della macchina amministrativa non appaiono in linea con la necessità di fornire risposte significative e concrete in tempo reale. Il vero problema è l’assenza di una regia
capace di gestire in modo organico, integrato e ottimale il sistema sanità. Le decisioni latitano e i problemi incalzano.
Tutti questi limiti da noi già evidenziati poco dopo la nascita di ATS ora appaiono esasperati. Le situazioni contingenti manifestatesi nel tempo sono state via via accantonate senza soluzione e ancora sussistono e sono fonte di scompenso seppure messe in ombra
dalla emergenza COVID. Gli operatori sanitari e la gente vogliono rispetto, fatti concreti e risposte serie. Attendiamo segnali concreti di svolta per il reale soddisfacimento dei bisogni di salute della gente ed il rispetto e la valorizzazione della professionalità degli operatori sanitari e, perché no, la tutela anche della loro serenità, della loro salute ed integrità fisica – in conclusione del documento Curreli sottolinea – Inutile dirlo, il primo passo verso la soluzione di questi problemi appare l’eliminazione definitiva del mostro ATS”.