Rapporti sempre più tesi tra Roma e Bruxelles La Commissione europea boccia la manovra economica del governo gialloverde che per finanziare flat tax, abolizione della legge Fornero e reddito di cittadinanza fissa il rapporto deficit/pil al 2,4%. La lettera di risposta a Ministro Tria arriva al
termine di una settimana tesissima segnata dai durissimi botta e risposta tra i vertici dell’Unione europea e i vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Che la bocciatura del Def fosse nell’aria, non era certo un mistero. Con i ripetuti attacchi e rimbrotti al governo gialloverde, il presidente della Commissione Ue Junker aveva già preparato la strada. Ora, però, Bruxelles furbescamente si premura di dirsi “disponibile a un dialogo costruttivo” ricordando che la valutazione effettiva sulla sua conformità “inizierà una volta che il progetto di legge di bilancio sarà sottoposto alla Commissione Ue“. Cosa che dovrà avvenire entro il 15 ottobre data entro la quale deve essere ufficialmente notificata a Bruxelles, il rischio di una procedura di infrazione si fa per il nostro Paese molto concreto. Nella lettera di due pagine inviata al ministro del Tesoro, Dombrovskis e Moscovici aggiungono che “qualsiasi scambio formale nel contesto di questa procedura avverrà dopo quella data e nell’ambito delle scadenze fissate dalla legislazione Ue”. Una volta presentato il progetto di legge di Stabilità, nel caso in cui dovesse sospettare “una deviazione significativa”, la Commissione ha una settimana di tempo per chiedere informazioni al governo. Poi, passate due settimane, potrà emettere un’opinione negativa e chiedere all’esecutivo una nuova versione della manovra che dovrà essere presentata entro tre settimane. Un’opinione negativa rappresenterebbe una bocciatura che non ha precedenti dall’introduzione delle nuove regole di governance dell’Eurozona.