Nanni Lancioni lancia la sfida: un marchio per tutelare le tradizioni ed evitare l’importazione di maialetti dai paesi dell’Unione Europea.L’avvio dell’iter per il riconoscimento del marchio Porcetto Sardo e la rivisitazione della legge che vieta la produzione dei suini negli allevamenti a conduzione familiare. Sono gli strumenti proposti dal consigliere regionale Nanni Lancioni (Psd’Az) per contrastare l’invasione in Sardegna di maialetti provenienti da Olanda e Germania. Gli ultimi casi durante le feste di fine anno: <<Secondo diverse associazioni dei consumatori, durante le festività natalizie, i sardi hanno acquistato nei punti vendita della Grande Distribuzione organizzata migliaia di suinetti provenienti da Paesi dell’Unione Europea, ritenendoli allevati in Sardegna. Un consumo inconsapevole della produzione, che è stato dettato dall’omessa informazione obbligatoria del Paese di provenienza dei maialetti – spiega l’esponente dei quattro mori, che ha presentato un’interrogazione urgente sulla tematica – E’ stato disatteso l’obbligo di indicazione dell’origine delle carni, unica vera barriera a tutela del prodotto locale>>. La produzione sarda è stata così soppiantata da quella proveniente dagli altri Paesi dell’Unione Europea ai quali il nostro mercato è stato offerto su un piatto d’argento, anche a causa del programma di eradicazione della peste suina. <<Al riconoscimento di un marchio per il porcetto sardo si deve aggiungere ad un decreto del ministero delle politiche agricole, analogo a quello previsto per le carni bovine – conclude Lancioni – che preveda, nel sistema di etichettatura dei maialetti, l’obbligo di indicare nei cartellini il Paese d’origine sia per le carni vendute al taglio nel punto vendita che in quelle preimballate per la vendita diretta>>.