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"Le case prima agli italiani" Ma il Pd boccia la legge

Bologna. il Partito Democratico ha ribadito il suo “No” alla proposta del consigliere comunale Umberto Bosco (Lnd) che chiedeva, per non far cadere nella mani dei migranti le case popolari, una certificazione ai forestieri (documenti alla mano) di non avere proprietà mobili o immobili nei loro Paesi d’origine.

La proposta della Lega

 Nel settembre 2016 la Lega Nord proponeva la modifica dei regolamenti comunali in modo da introdurre “l’obbligo per i cittadini stranieri di fornire la documentazione attestante la situazione patrimoniale all’estero, mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana autenticata dall’autorità consolare che ne attesti la conformità all’originale“. Niente meno che un certificato che provi di non avere beni nel Paese natale. Un dettaglio finora tralasciato dal Comune, che preferisce affidarsi (e continuerà a fare dopo la bocciatura di oggi) alla autocertificazioni. Permettendo così l’inserimento dei migranti nelle case o in altri servizi comunali, quali asilo, contributi di solidarietà e via dicendo.

La bocciatura del Pd

Il consigliere della Lega Bosco, fa sapere, con una nota ufficiale che “si è concluso oggi con una bocciatura in aula, il lungo iter dell’odg con il quale chiedevo al Comune di Bologna di introdurre l’obbligo, per i cittadini stranieri che richiedono misure di sostegno sociale, di fornire la documentazione attestante la situazione patrimoniale all’estero”. Facendo notare come “l’obbligo in questione è già disposto dalla normativa nazionale, sia dal Testo Unico sull’Immigrazione che dal Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa. Un obbligo regolarmente applicato dall’INPS, da numerosi enti (Università di Bologna, Ente Regionale per il Diritto alla Studio) e dai Comuni a guida leghista“.

La legge è semplice, solo atti, fatti e qualità personali attestabili o certificabili da soggetti pubblici o privati italiani può essere oggetto di autocertificazione, l’estensione di questa possibilità anche ai cittadini stranieri sarebbe riconosciuta ma la sua applicazione è rimandata di anno in anno, presumo per ragioni applicative. Quindi – prosegue Bosco – non solo gli extracomunitari non potrebbero autocertificare ma il Comune di Bologna accetta da loro autocertificazioni di documenti che la legge non consentirebbe di autocertificare ai cittadini italiani. Oggi il Pd, per mezzo del Capogruppo Mazzanti, ha annunciato che il Comune è alla ricerca di una soluzione utile a ovviare al problema delle false dichiarazioni che consentono ai cittadini stranieri di accedere a servizi sociali dei quali non avrebbero bisogno”.

Ma la soluzione c’è già, – sottolinea il consigliere della Lega Nord – si chiama “applicazione della legge”, l’onere di dimostrare il possesso o la mancanza di redditi e patrimoni all’estero è a carico degli interessati, non degli enti locali. Molti comuni a guida leghista hanno applicato la legge e gli effetti principali sono stati due: i furbetti e i cacciatori di servizi hanno lasciato il territorio e diverse risorse sociali si sono liberate per i veri bisognosi“.

Gabriele Bertocchi il giornale

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