Un vasto coro di opinionisti e politici indignati ha deciso di difendere l’onore di Virginia Raggi, in quanto donna, per l’affermazione, paternalistica e graziosa, del ruvido Vincenzo De Luca, comunista all’antica, governatore campano: «Avevo ancora negli occhi l’immagine della Raggi affacciata sul balcone del Campidoglio…’na bambolina. Mi sono intenerito. La ritrovo un po’ bambolina imbambolata». Ho provato in tutti i modi a cercare il profilo della offesa nella formula vezzeggiativa, non priva di veridicità. Si è intenerito, De Luca. Non gli è concesso? E se avesse detto di Renzi che gli sembrava un «bambolotto» chi si sarebbe indignato? Una donna ha più garanzie di un uomo? Il sostantivo «bambolina» è così offensivo o sessista? La Boschi dice: «Parole sbagliate e ingiuste». A me paiono vere. E perfino affettuose.
Dove erano gli indignati quando magistrati e giornalisti trattavano le ragazze di Berlusconi come inevitabili prostitute con un disprezzo per le donne che violava la loro intimità attraverso intercettazioni di compiaciuta morbosità? Si sono descritti atti sessuali senza alcun rispetto della riservatezza.
Proviamo a immaginare De Luca usare per la Raggi le parole del procuratore aggiunto Pietro Forno per Francesca Cipriani. Sarebbe stato coperto di contumelie delle tante anime belle, per le quali c’è donna e donna; mentre il magistrato Pietro Forno può dire ciò che vuole. E con lui tutti i giornalisti e gli opinionisti indignati.
Vittorio Sgarbi