“Unire le forze per affermare un’idea comune che non discrimini più la Sardegna rispetto al tessuto produttivo industriale nazionale”: è l’appello rivolto dai sindacati unitari di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil che, all’indomani delle dichiarazioni programmatiche, si rivolgono al presidente Solinas con una lettera aperta sul tema energetico, nodo cruciale per definire quali prospettive per i settori produttivi, non solo l’industria in senso stretto ma tutti i settori che, per svilupparsi e crescere, hanno necessità di energia elettrica e termica a costi competitivi.
E se la domanda è “quale vantaggio per la Sardegna”, così come posta ieri in Consiglio regionale dal presidente della Regione, allora le categorie una risposta la forniscono e vorrebbero discuterla, in un tavolo dedicato, che auspicano venga convocato al più presto. Nel frattempo, anticipano i vantaggi che il piano di metanizzazione avrebbe per la Sardegna, unica regione d’Italia a non disporre della fonte di transizione indispensabile a traghettare l’isola, l’Italia, l’Unione europea, verso i traguardi fissati al 2050. I vantaggi sono diversi: la riduzione complessiva dei costi energetici per le imprese e i cittadini, le potenzialità di sviluppo del sistema manifatturiero a basso impatto ambientale, la possibilità di riavviare attività industriali strategiche come il polo dell’alluminio con i progetti di Eurallumina e Sider Alloys e, più in generale, la re-industrializzazione delle diverse aree in crisi, come quella di Ottana Bolotana, con la garanzia del giusto approvvigionamento energetico elettrico e termico ad aziende pronte a investire e portare avanti progetti a medio e lungo termine.
Anche l’arrivo del metano, con la rete dorsale che garantirebbe costi e diffusione capillare, è uno strumento di sviluppo inteso in un’ottica complessiva, con uno sguardo a tutti i settori produttivi, un’infrastruttura necessaria che può e deve essere realizzata per il benessere collettivo. Ecco perché i sindacati sono preoccupati per le soluzioni al problema energetico della Sardegna individuate dal governo nazionale, secondo cui “l’alternativa principale all’attuale sistema di produzione termoelettrico – scrivono nella lettera i segretari Francesco Garau, Marco Nappi e Pierluigi Loi – è la costruzione da parte di Terna dell’elettrodotto Sardegna-Sicilia-Continente, e ciò nonostante siano necessari tre anni per la progettazione, altrettanti per l’iter autorizzativo e circa altri quattro anni per la sua realizzazione”. Una non risposta, quindi, rispetto alle legittime esigenze dei sardi ad aspirare a un sistema elettrico efficiente, stabile, competitivo e in linea con le strategie energetiche nazionali ed europee.
Non c’è nessun vantaggio per la Sardegna e per i sardi secondo le categorie, anzi, c’è tutto il disinteresse per la nostra Isola da parte del governo nazionale, c’è la conferma di una discriminazione perenne sulle infrastrutture necessarie allo sviluppo: “Non si vuole parificare l’Isola alle altre regioni d’Italia e si vuole continuare a negare alla nostra regione costi energetici in linea con quelli nazionali, impedendo, di fatto la competitività delle nostre imprese”.
Da qui deriva l’accorato appello al presidente Solinas, “affinché il suo interesse su questo importante tema non venga meno, così come sulle altre problematiche altrettanto importanti” concludono le categorie aggiungendo che occorre chiarire, con un confronto dedicato, quale sia il punto di vista della Giunta sul merito, per poi rivendicare le posizioni condivise nei confronti del governo nazionale.
In allegato la lettera inviata stamattina.