Tutte le testate nazionali sono impegnate in queste ultimi giorni a dare risalto alla dottoressa Maria Rita Gismondo 66 anni, che dirige il laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia, Diagnostica bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. L’esperta virologa del Sacco dice che occorre abbassare i toni e procedere con assoluta razionalità. Tre giorni fa ha scritto un post su Facebook (poi cancellato) sostenendo che le sembrava una follia i test e gli esami per il Coronavirus: “Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri. Questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico”.
E taglia corto sulla questione delle mascherine: non servono. Infatti, non la porta: “La mettiamo quando esaminiamo i campioni. E i pazienti infetti, certo. Ma per il resto… meglio una maschera di Carnevale”
Il Coronavirus, come lei sostiene, tende a colpire la fasce di anziani già malati, non ha particolari sintomi e dunque, in caso di tosse secca o febbre alta, è necessario non farsi prendere dal panico e contattare il proprio medio di base. Evitare dunque di correre all’assalto del pronto soccorso perché creare un afflusso elevato negli ospedali ha messo a rischio la salute di persone affette da altre patologie. Il medico curante attiverà tutta una rete di controlli e accertamenti, facendo anche domande specifiche che riguardano spostamenti e contatti che la persona ha avuto in queste ultime settimane. Se poi ci si sente molto male, ci sono i numeri dedicati da contattare come il 112 e il numero verde 800894545. È comunque il medico che, in prima istanza, deve fare una giusta analisi che porti poi a un eventuale controllo successivo. Però attenzione: è anche vero che non tutti quelli che hanno la tosse devono essere indagati.
Purtroppo il clamore mediatico ha contribuito a questa situazione. Gli amministratori delle regioni e chi lavora negli ospedali stanno facendo degli sforzi immani perché la gente possa essere davvero tutelata.
Le persone che sono decedute presentavano già delle patologie in partenza ed erano dunque a rischio una volta ricoverate. Una volta indagate si è certificato che avevano anche il Coronavirus, probabilmente perché il loro sistema immunitario era indebolito. I virus in generale privilegiano alcune cellule rispetto ad altre ed evidentemente c’è una maggiore ricettività con i ricettori delle vie respiratorie di alcuni soggetti e, molte volte, dipende dalle fasce di età. E nelle persone che hanno più di 40/45 anni l’incidenza è maggiore, mentre nei bambini è quasi assente.
Questo è un virus che sicuramente circola in Italia da più settimane, confondendo i sintomi influenzali con quelli del Coronavirus.
In Italia, si registrano da 2000 a 3000 morti indiretti all’anno per vari tipi di influenze. Mentre i decessi diretti oscillano tra i 200 e i 300. Quello che sta succedendo nel nostro paese, a livello di morti, è quindi ben lontano da queste cifre, anche se, guardando quello che sta avvenendo nel mondo, la mortalità del Coronavirus è superiore a quella dell’influenza stagionale.