Libri, “La parte della memoria / Storia privata di Saverio Tutino”. Susanna Marongiu presenta il suo primo romanzo al Teatro Massimo.

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Viaggio nella storia del Novecento tra guerre e rivoluzioni, per il ritratto di un giornalista e scrittore engagé, ex partigiano e testimone di eventi cruciali: s’intitola “La parte della memoria / Storia privata di Saverio Tutino” il romanzo d’esordio di Stefania Marongiu, pubblicato da Alcatraz Edizioni nella collana Labirinti nel 2023, in cui l’autrice ripercorre la vita intensa e movimentata di un combattente della Resistenza, poi iscrittosi al Partito Comunista Italiano, collaboratore de Il Politecnico di Elio Vittorini e di Vie Nuove, poi corrispondente per LUnità, dalla Cina di Mao Tse Tung come dalla Francia durante la Guerra d’Algeria e dalla Cuba di Fidel Castro e Ernesto Che Guevara, passato a La Repubblica dalla nascita del quotidiano fino al 1986, in seguito ritornato a L’Unità. Una vicenda emblematica in cui si fondono impegno politico e attenda e rigorosa analisi dei fatti, ideali e principi astratti e contraddizioni del reale, in un periodo di profonde mutazioni culturali e sociali, influenzate dall’affermarsi e dalla caduta dei grandi regimi totalitari.

La parola all’autrice: Stefania Marongiu sarà protagonista insieme con l’attore e scrittore Giacomo Casti DOMANI (giovedì 29 giugno) alle 19 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari, per un nuovo appuntamento sotto le insegne di Legger_ezza 2023, il progetto di Promozione della Lettura a cura del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna – giunto alla sua quinta edizione e realizzato in collaborazione con la Libreria Edumondo – che punta i riflettori su temi delicati e attuali traendo spunto da romanzi, graphic novels e saggi, per raccontare il presente.

Nel corso della sua esistenza Saverio Tutino si è confrontato con i diversi volti del potere, a partire dalla fuga e dall’esilio in Svizzera, negli anni della giovinezza, sotto il fascismo, per evitare di finire sotto le armi, culminanti nell’adesione alla lotta partigiana, con il nome di battaglia di Nerio, con la partecipazione diretta ad azioni in Valle d’Aosta e nel Canavese e il ruolo di commissario politico nella 76ª brigata Garibaldi e poi nella VII divisione Garibaldi “Aosta”. Nel XX Secolo, dominato dalla contrapposizione tra le grandi ideologie politiche, dalla Rivoluzione d’Ottobre fino alla caduta del Muro di Berlino, divenne difficile non schierarsi e non prendere posizione: per lo studente universitario formatosi nelle file della Resistenza, al termine della seconda guerra mondiale, fu quasi inevitabile, in un percorso di acquisizione di una propria coscienza politica e una propria visione del mondo, prendere la tessera del PCI, uno dei partiti che maggiormente e con più forza avevano contrastato l’avvento della dittatura.

Negli anni della “guerra fredda e dello scontro tra Capitalismo e Comunismo, finalmente “realizzato”, pur con molte differenze tra i principi egualitari e la affettiva redistribuzione delle ricchezze e delle responsabilità, in base alle necessità e alle competenze, spesso a prezzo della severa limitazione dei diritti e delle libertà individuali, l’eroe di questo romanzo in cui si mescolano verità e finzione, racconti e testimonianze, documenti e scritti dello stesso protagonista e invenzione letteraria si ritrova spesso, a causa della sua professione di giornalista, al centro della Storia.

Nel libro Stefania Marongiu descrive l’incontro in qualche modo ipotetico e quindi immaginario, ma nutrito dai ricordi e dalle riflessioni di chi l’ha davvero conosciuto e frequentato, con Saverio Tutino, in chiave quasi di diario, in un gioco di libere associazioni o appunti sparsi, mescolando sensazioni personali, note biografiche, stralci di testi, vita e sogno, memoria e invenzione.

Un’opera avvincente, come affascinante e enigmatica e sfuggente resta la figura del protagonista, quasi a inverare il pirandelliano “uno, nessuno e centomila” che ci fa apparire, ma anche essere e comportarci in modo differente in base alle diverse situazioni e relazioni, in un caleidoscopio in cui affiorano le molteplici sfaccettature di una personalità e la complessità dell’esistenza umana, che non può davvero mai essere interamente raccontata, ma solo evocata.La figura di Saverio Tutino sfugge a ogni precisa definizione, o meglio viene definita con etichette differenti e contraddittorie: considerato un “comunista cubano” in Italia, «a Cuba passerà da comunista italiano ad agente della CIA in seguito a un suo articolo», e «durante gli anni della Strategia della Tensione verrà invece etichettato come cospiratore rosso, mentre i terroristi rossi lo minacceranno di morte» – si legge nella presentazione –. 

«Stefania Marongiu, convivendo con la “paura di non trovare le parole”, insegue l’uomo Saverio, un personaggio irrequieto, risucchiato dal gorgo della Storia e alla perenne ricerca del suo posto nel mondo. Lo fa intervistando familiari, amici, conoscenti, consultando biografie e scritti autografi, rivelando un personaggio che rifiuta di conformarsi ai dettami imposti dall’alto, che lo porteranno ad avere forti contrasti col partito stesso».

Stefania Marongiu disegna un suo ritratto, personalissimo, frutto di un certosino lavoro di studio, di ricerca, di approfondimento per poi dar spazio alla fantasia e ricreare, per sé e per i lettori, l’immagine cangiante di un uomo, un intellettuale, un giornalista e scrittore che forse, come il poeta, potrebbe affermare semplicemente: “Confesso che ho vissuto”. «Cosa è rimasto? Sei rimasto tu. E sono rimasta io. Tutto intorno a me pareva sfaldarsi, tutto intorno a noi continua a sfaldarsi e a confondersi, cosa resiste se non una storia? Che poi non è una. È una che ne contiene molte. Hanno creato il mondo, hanno creato loro stesse raccontandosi. Queste storie sono altro da me, eppure sono me. Sono passate attraverso di me» – sottolinea l’autrice -. «Si sceglie una storia per se stessi così da passare dall’altra parte, per fendere la propria vita con il colpo di una rivoluzione».

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