Los Angeles. Perché gli incendi sono così devastanti

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Los Angeles, in California, quinto giorno consecutivo di incendi, considerati fra i più devastanti della storia della città, che pure è ormai sempre più abituata a doverli affrontare periodicamente. In questo caso i fattori che hanno contribuito al loro sviluppo e che ne rendono tuttora difficile il contenimento sono comuni agli incendi passati, ma una loro particolare combinazione sta portando a più danni del solito.

Gli incendi attivi sono al momento cinque, tutti nella parte nord della città e due dei quali fuori controllo, mentre ne sono stati spenti tre, fra cui quello che aveva colpito il quartiere di Hollywood. Hanno causato almeno 11 morti, l’evacuazione di più di 150mila persone e la distruzione di oltre 10mila edifici.

In che modo si siano originati gli incendi non è ancora noto. In passato è capitato che alcuni incendi fossero dolosi o che fossero partiti da fuochi accesi da persone e spenti male.

Quella di Los Angeles è inoltre un’area dove è molto facile che un incendio si diffonda: è molto verde e con case costruite con materiali, fra cui il legno, che non sono resistenti al fuoco, come invece lo è il cemento.

Inoltre e’ poi una zona molto secca, una situazione in costante peggioramento a causa del cambiamento climatico. Come ha ricordato in questi giorni il governatore della California Gavin Newsom, mentre in passato gli incendi avvenivano generalmente da maggio a ottobre, ora non c’è più una «stagione degli incendi». Lo dimostra il fatto che la città si sta trovando a gestire questa situazione a gennaio, un mese che di solito è preceduto da due mesi di pioggia, dopo i quali per il fuoco è più difficile propagarsi.

Prima che si sviluppassero questi incendi, invece, a Los Angeles non pioveva in modo consistente da mesi: in città ci sono stati solo 4 centimetri di pioggia da ottobre, meno del 20 per cento delle precipitazioni medie. Questo ha creato un terreno estremamente arido e una vegetazione che da un lato era cresciuta grazie agli inverni precedenti, più piovosi, ma che dall’altro si era seccata nell’ultimo inverno in cui ha piovuto meno.

A tutto questo si sono aggiunti i Santa Ana, dei potenti venti secchi che arrivano dai deserti dell’entroterra e che abbassano ulteriormente l’umidità. In questi giorni i venti Santa Ana hanno alternato momenti di quiete a momenti di forti raffiche, che possono raggiungere i 160 chilometri all’ora: hanno velocizzato la propagazione degli incendi, reso impossibile in alcuni momenti il volo degli elicotteri dei vigili del fuoco e contribuito alla creazione di nuovi incendi, trasportando tizzoni in zone non ancora colpite.

L’ultimo grande problema è quello dell’acqua. Il dipartimento per l’Acqua e l’energia di Los Angeles ha detto che i serbatoi che alimentano gli idranti erano stati riempiti in tutta la città prima dell’inizio dell’emergenza, ma li sta esaurendo l’enorme richiesta di questi giorni. Ci sono stati anche momenti in cui alcune squadre di vigili del fuoco hanno temporaneamente finito l’acqua, anche in zone critiche come quelle del quartiere Pacific Palisades, colpito dall’incendio più grande e devastante. Altre hanno avuto problemi di pressione bassa, che potrebbe essere stata causata dagli estesi problemi di elettricità provocati a loro volta dagli incendi.

La gestione dell’acqua nello stato èLa gestione dell’acqua nello stato è una questione da tempo: la maggior parte viene dalle regioni più piovose della California del nord, mentre le zone dove il consumo è maggiore sono quelle a sud.

Si prevede che la situazione rimarrà critica anche nei prossimi giorni, dato che la pioggia non è prevista ancora per un lungo tempo e, mentre cercano di spegnere gli incendi più grandi, i vigili del fuoco devono anche tenere sotto controllo incendi più piccoli che nascono in continuazion una questione da tempo: la maggior parte viene dalle regioni più piovose della California del nord, mentre le zone dove il consumo è maggiore sono quelle a sud.

Si prevede che la situazione rimarrà critica anche nei prossimi giorni, dato che la pioggia non è prevista ancora per un lungo tempo e, mentre cercano di spegnere gli incendi più grandi, i vigili del fuoco devono anche tenere sotto controllo incendi più piccoli che nascono in continuazione.

Fonte: Il Post

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