“Madama Butterfly”, la Stagione lirica del Teatro Lirico si chiude con grazia ed eleganza

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In scena sino al 7 luglio, nei tre atti di assoluta bellezza, Daniela Zedda porta al Teatro Lirico la sua “Madama Butterfly”. E’ una versione che, pur rispettando la tradizione, riesce ad ospitare elementi inediti come gli impreziosisti costumi realizzati in Giappone e pur sempre vincolati a determinate caratteristiche.

Stesso concetto per quanto concerne le scene. L’idea originale del compianto regista nipponico Keita Asari lega il gioco di ombre alle atmosfere orientali. La regista cagliaritana ne tiene conto riuscendo comunque a inserire delle coreografie inedite come quella del bimbo delineato nel profilo al termine del terzo atto. A tutto questo, si deve aggiungere il prezioso supporto musicale proposto dal Maestro Gianluca Martinenghi, dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Lirico guidato da Giovanni Andreolli. E per capire meglio il libretto, spazio ai sopratitoli sull’arcoscenico del boccascena.

Scritta nel 1904 da Giacomo Puccini, a un mese dal matrimonio con Elvira Montari, vedova da meno di un anno ma amante per un ventennio, “Madama Butterfly” è un’ antesignana della legge sul divorzio approvata negli anni ’70

Nell’opera pucciniano convivono gioia, illusione e tristezza. Nel primo atto, sulle colline di Nagasaki, l’ufficiale della Marina statunitense Benjamin Franklin Pinkerton (ieri interpretato da Carlo Ventre) intende sposare la quindicenne Cio-Cio-San, alias “Butterfly”(Monica Zanettin). Per lui è quasi un gioco, il console americano Sharpless (il sassarese Alberto Gazzale) cerca di dissuaderlo e il sensale Gozo (Cristan Collia) fa il suo mestiere. Per la geisha, invece, è qualcosa di più profondo e nemmeno l’essere rinnegata dallo zio Bonzo (Cristan Saitta) e dalla sua famiglia sembra fermarla. Alla fine, il matrimonio si celebra prima che la fedele serva Suzuki (Agostina Smimmero) assista la giovane sposa per la prima notte di nozze.

Il secondo atto è quello più triste. Madama Butterfly, forte di una promessa, attende da tre anni il ritorno in terra nipponica del suo amato. Suzuki cerca di disilluderla, Sharpless le porta una missiva in cui annuncia il ritorno dell’ufficiale con la moglie americana, Gozo la invita ad accogliere la proposta di nozze del principe Yamadori (Orlando Polidoro).Sono tentativi inutili. Butterfly vuole l’americano e quando sente lo sparo del cannone per l’arrivo di una nuova nave al porto, fa disporre i fiori su tutta la casa per accogliere il suo sposo. A lui, vuole inoltre mostrare il figlio avuto dalla coppia e tenuto nascosto per molto tempo.

Col terzo atto, tuttavia, prevale la rassegnazione e incombe un triste destino. Pinkerton, venuto a conoscenza della sua paternità, vuole prendere il figlio con se e con la sua Kate (Elisa Pais). Per Cio – Cio – San è una battaglia persa, è tutto finito. Affida il suo pargolo alla nuova famiglia augurando felicità alla nuova madre prima dell’estremo gesto. “Con onor muore chi non può serbar vita con onore”: cosi la giovane donna anticipa il suo suicidio con lo stesso coltello e con le stesse modalità del padre. Pinkerton irrompe ma non può fare nulla.

Il lungo applauso prima della chiusura del sipario non lasca interpretazioni: Madama Butterfly è come una farfalla che vola con grazia ed eleganza sulla Stagione lirica del Teatro Lirico.

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