Non è raro sentir dire, dalle persone sottoposte ad accertamenti sullo stato d’invalidità, che ottenere il riconoscimento di prestazioni d’invalidità civile è sempre più difficile: le percentuali di riduzione della capacità lavorativa accertate dalle commissioni mediche Inps sono difatti generalmente basse, e comunque insufficienti a garantire sussidi da parte dell’Inps, come la pensione d’invalidità civile o l’accompagno. In sede di visita di revisione, non sono infrequenti le revoche dell’invalidità.
Non va meglio a chi si ammala: negli ultimi anni, si è difatti assistito a un aumento dell’annullamento delle prestazioni dirette per malattia, salvo una brusca frenata delle revoche negli ultimi mesi.
Che cosa succede? Aumentano gli italiani che si fingono invalidi o malati? La risposta potrebbe risiedere nel Piano della performance 2018-2020, emanato dall’Inps nel marzo 2018 e riferito alle prestazioni del personale interno ed esterno, compresi i medici ed i professionisti legali. Questo piano, difatti, prevede degli incentivi per i medici che revocano i trattamenti diretti per malattia e invalidità civile. La questione è passata sotto silenzio per parecchi mesi ed è stata resa nota solo di recente, grazie alla denuncia dell’Associazione nazionale medici Inps. Non sono tardate ad arrivare le condanne dall’Ordine dei Medici e da diverse associazioni di invalidi: l’ultimo a pronunciarsi sulla questione è stato il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Cagliari, Raimondo Ibba, che ha ricordato il rischio di procedimenti disciplinari per palese violazione degli articoli del codice deontologico. Categoricamente contrari alle nuove valutazioni della performance dell’Inps anche i sindacati.
La diminuzione delle prestazioni per malattia e invalidità è dunque legata ai benefici per i medici che le revocano?
Prima di saltare alle conclusioni facciamo il punto su malattia e invalidità: premi ai medici che le revocano, come funzionano gli incentivi per chi annulla le prestazioni, le revoche dei trattamenti sono davvero aumentate?
Revoca dell’indennità di malattia nella visita fiscale
Per quanto riguarda la malattia, è vero che negli ultimi anni si è assistito a una crescita della revoca delle indennità Inps a seguito dell’aumento delle visite fiscali. È vero anche, però, che negli ultimi mesi le revoche delle prestazioni per malattia sono notevolmente calate. Questo è dovuto, secondo il presidente Inps Tito Boeri, al blocco del sistema Savio da parte del Garante della Privacy. Il sistema Savio, chiamato anche “cervellone dell’Inps”, è una banca dati che contiene le informazioni relative alle assenze per malattia della generalità dei lavoratori ed alle prestazioni correlate.
Sino a quando il sistema Savio era attivo, erano più a rischio di visita fiscale, e di revoca dell’indennità di malattia, i dipendenti:
- assenti per malattia frequentemente, con pochi giorni di prognosi (in parole semplici, con poche giornate di assenza dal lavoro assegnate dal medico, necessarie alla guarigione);
- assenti per malattia a ridosso dei festivi e dei weekend, o comunque delle giornate non lavorative;
- con prognosi troppo lunghe rispetto alla patologia diagnosticata, o all’infortunio non lavorativo verificatosi;
- con patologie difficili da verificare, come cefalea (mal di testa), gastrite, colite, depressione…In pratica, il sistema di lavorazione dei dati dell’Inps indirizzava le visite fiscali verso i casi maggiormente sospetti. Dopo lo stop imposto dal Garante della privacy, però, non è più possibile inviare le visite fiscali ai casi sospetti, ma i controlli vengono eseguiti a campione: il presidente Boeri ha calcolato una perdita, derivante dall’arresto del sistema informativo, pari a 335mila euro al mese. In sostanza, un caso su quattro di falsa malattia non viene più scoperto.
Sembrerebbe dunque che gli incentivi previsti dall’Inps non abbiano inciso più di tanto nella revoca delle prestazioni per malattia.
Revoca dell’invalidità
Per quanto riguarda la revoca delle prestazioni per invalidità, però, il caso è diverso: sembrerebbero in costante crescita, difatti, sia le visite di revisione che l’annullamento delle invalidità riconosciute o la diminuzione delle percentuali di riduzione della capacità lavorativa. In alcuni casi, la revisione è richiesta anche per patologie o menomazioni non soggette a miglioramento.
Quando sono riconosciuti gli incentivi ai medici dell’Inps?
In base alle indicazioni del Piano della performance 2018-2020 dell’Inps (allegato tecnico a pagina 61, paragrafo Obiettivi produttivi ed economico finanziari dei professionisti e medici), sono premiati:
l’annullamento delle prestazioni dirette per malattia da parte del medico fiscale;
- le revoche delle prestazioni invalidità civile;
- le azioni surrogatorie.In base a quanto disposto dall’Inps, sembrerebbe dunque che per i medici dell’istituto valga la regola: “più revochi, più guadagni”.
L’Inps, però, ha risposto alle contestazioni spiegando che i meccanismi di valutazione della performance rispondono alla necessità di garantire l’autonomia dell’attività professionale: per questo, è stato previsto che la retribuzione accessoria dei medici dell’Inps contenga anche, ma non solo, una valutazione sul contributo alla riduzione del debito pubblico, come quello previsto per i dirigenti dell’istituto e i professionisti legali.
Gli incentivi sarebbero dunque finalizzati a spingere il personale medico a contribuire, grazie alle sue competenze, a identificare in modo più efficace quali sono i casi d’invalidità suscettibili di miglioramento, ad esempio prevedendo una revisione più frequente dell’invalidità rispetto allo standard previsto dalla legge.
L’Istituto ha poi precisato che la performance relativa alle revoche è valutata in base al risultato di tutti i medici della regione. Pertanto, secondo l’Inps non sussiste un interesse economico privato del medico, che si scontra con il dovere professionale di agire secondo scienza e coscienza.
La reazione di ordini, sindacati e associazioni
La scelta di premiare i medici che tagliano le prestazioni è stata condannata dall’Ordine dei Medici e da diversi sindacati e associazioni di invalidi; secondo i rappresentanti degli ordini e delle organizzazioni, non conta se alla base dell’incentivo ci sono ragioni economiche, organizzative o di altro genere, e non è rilevante l’ammontare dell’incentivo: il medico non può essere premiato per i risparmi che fa conseguire all’Inps o all’erario, soprattutto non a discapito dei diritti dei cittadini.
Fonte: Laleggepertutti.it (Noemi Secci) https://www.laleggepertutti.it/253513_malattia-e-invalidita-premi-ai-medici-che-le-revocano