Comunicato Mamme da Nord a Sud:
-La Rete di Mamme da Nord a Sud – intessuta di numerosi comitati e associazioni in cui tante
donne difendono i propri territori dall’inquinamento che affligge l’Italia – nasce nel 2019 con lo
scopo di proteggere i propri figli e le generazioni future dai disastri ambientali dovuti a scelte
dissennate operate dai Governi. La Rete è partita unendo le forze da Taranto a Vicenza per poi
accrescersi, coinvolgendo molte altre realtà italiane, da Nord a Sud.
Lavoriamo facendo rete, confrontandoci, scambiandoci esperienze, informazioni, elaborando
proposte alternative, ma anche condividendo timori e angosce, acutizzate negli ultimi anni dal
riesplodere della Guerra anche nella “nostra” Europa.
La battaglia intrapresa dalla Rete trova il suo fondamento giuridico nell’art. 9 della Costituzione,
che affida alle Istituzioni della Repubblica Italiana la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli
ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Principio enunciato già nel rapporto
Brundtland del 1987, che teorizza come lo “sviluppo sostenibile” deve assicurare i bisogni delle
generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a
soddisfare i propri.
In altre parole, la crescita economica non può avvenire a danno delle risorse ambientali che
oltretutto non sono infinite.
Emerge, purtroppo, il rinnovato temuto proposito di utilizzare l’energia nucleare, di sostenere le
fabbriche di armamenti, i petrolchimici, gli inceneritori, i cementifici, le acciaierie, le fabbriche
chimiche. Ma noi vogliamo garantire un futuro migliore alle nuove generazioni e per farlo è
necessario che la classe politica attui da subito quanto è in suo potere per porre fine alla distruzione
dei nostri territori.
Ci rivolgiamo soprattutto alle mamme e alle donne che governano il Paese perché siamo convinte
che in primis le donne possono comprendere nel profondo cosa significhi prendersi cura del futuro
dei propri figli.
Da Nord a Sud riscontriamo le stesse dinamiche predatorie, lo stesso modo di aggredire i territori, la
stessa superficialità nel concedere autorizzazioni a chi inquina.
La narrazione parla di sviluppo e innovazione, ma non è questo lo “sviluppo” che vogliamo e che
ha portato all’estrattivismo incontrollato, come in Basilicata, terra dove si estrae il 90% del petrolio “made in Italy” ed in cui opera Eni, azienda di Stato, chiamata più volte a processo con i suoi dirigenti, già condannata in primo grado per traffico illecito di rifiuti.
É inaccettabile lo sfruttamento brutale di risorse e beni comuni che ha come conseguenza malattie e
morte.
Gli scarichi di veleni nelle acque hanno provocato devastazioni mai sanate, com’è accaduto in
Veneto dove le falde acquifere sono inquinate dai Pfas.
Vengono imposti mega impianti costosi e inutili in luoghi già compromessi, come il collettore del
Garda sul fiume Chiese e la ciclovia del Garda. Non solo. Nei territori in cui ricadono i Poli
Petrolchimici dichiarati da tanti anni Siti d’Interesse Nazionale (SIN) con diritto alle bonifiche, le
Istituzioni locali, regionali e nazionali non intraprendono nessun tipo di azione per contrastare
l’inquinamento industriale e mitigare il danno sanitario causato alle popolazioni che vivono a
ridosso degli impianti.
Occorre spingere le aziende ad attuare una progressiva riconversione e una reale transizione
energetica per uno sviluppo compatibile con il contesto territoriale.
La gestione dei rifiuti, soprattutto nelle regioni meridionali, viene affrontata come una perenne
emergenza senza una reale programmazione volta ad ottenere una raccolta differenziata spinta che
raggiunga le percentuali imposte dalla normativa europea. Inoltre nei Piani regionali viene ancora
contemplato l’incenerimento, prevedendo l’installazione di nuovi impianti, come l’inceneritore
romano di Gualtieri e quelli di Marghera. Questo nonostante la Comunità Europea nel Green New
Deal non ne preveda più l’utilizzo in quanto le emissioni prodotte da questi impianti sono ritenute
nocive per l’ambiente e dannose per la salute umana.
Vengono progettati e costruiti con finanziamenti pubblici (anche PNRR) impianti di stoccaggio e
trasporto per gas e idrogeno che, oltre a non tenere in nessuna considerazione la morfologia e la
natura del territorio, come accade per il gasdotto Linea Adriatica di Snam, che dalla Puglia
all’Emilia Romagna passa per l’Appennino, sono al di fuori della vera transizione energetica ed
ecologica integrale, continuando invece a puntare, assieme al mito del “nucleare pulito”, su fonti
fossili e sulle lobbies dell’energia piuttosto che sul solare democratico affidato alle famiglie.
I biodigestori sempre più diffusi e autorizzati con procedure discutibili non rappresentano
l’economia circolare ma inquinano e sopravvivono solo grazie agli incentivi pubblici.
Nella ‘Terra dei Fuochi’, in Campania, e nella Valle del Sacco, nel Lazio, nonostante l’alto indice
tumorale, potenzialmente correlato ai rifiuti tossici interrati, non sono state mai fatte le bonifiche.
Nella Terra dei fuochi si continua a coltivare su terreni avvelenati e le mamme continuano a
piangere le vittime innocenti.
Con la guerra alle porte si ampliano le fabbriche di armi e si deturpano interi territori, nei poligoni
militari, con le sempre più insistenti e impattanti esercitazioni militari.
Non ci accontentiamo del principio “chi inquina paga” ma sosteniamo con forza ‘’vietato
inquinare’’. Nessuna cifra può restituire la salute ai nostri figli, e sono tanti i bimbi innocenti
sacrificati, come quelli di Taranto, in Puglia.
Stiamo parlando di malattie e sofferenza nei territori “di sacrificio”. A causa di un modello di
‘sviluppo’ scellerato, ci sono costi che gravano sulle tasche di tutti i cittadini italiani: spese
sanitarie, di bonifica, danni all’agricoltura, all’allevamento, alla pesca, all’intero ecosistema,
smaltimento e gestione dei rifiuti industriali.
Noi crediamo che sviluppo ed innovazione si possano realizzare solo proteggendo le generazioni
future.
Siamo stanche di parole vuote, vogliamo azioni trasparenti, politiche coraggiose e concrete!
Per questo è necessario avviare processi partecipativi con i territori che chiedono legalità e garanzie
per realizzare i seguenti obiettivi:
– Bonifiche rapide dei territori, a spese di chi inquina;
– Divieto di utilizzo di fanghi industriali come fertilizzanti sui terreni agricoli;
– Prevenzione sanitaria, controlli e monitoraggi ambientali;
– Studi epidemiologici ed esami sanitari sulle popolazioni esposte;
– Abbandono delle energie fossili, quindi stop immediato ai finanziamenti pubblici ai mega
impianti, puntando invece sulla vera transizione ecologica integrale e quindi sull’energia
solare democratica con le Comunità Solari Locali (finanziate da imprese locali) e Comunità
Energetiche Rinnovabili (CER, finanziate dallo Stato);
– Adozione di misure concrete per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico in
atto;
– Divieto di produzione di Pfas.
È tempo di avviare una reale riconversione dell’industria pesante e politiche che incentivino
un’economia ecosostenibile.
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PRIME ADESIONI, IN ORDINE ALFABETICO PER REGIONE, ALLA RETE NAZIONALE
‘MAMME DA NORD A SUD’:
ABRUZZO
ABITO su misura – tutela dei beni comuni
Comitato Difesa Comprensorio Vastese
Comitato Familiari Vittime Casa dello studente – Rete nazionale Noi non dimentichiamo
Mobilitazione Acqua Gran Sasso
Viviamo il Liri – Comitato a difesa del Fiume Liri
Forum H2O Abruzzo
NO HUB DEL GAS
Comitato cittadini per l’ambiente- Sulmona
BASILICATA
COMITATO MAMME LIBERE (di Policoro-Basilicata) per la tutela dei figli
GECO – Genitori Consapevoli Basilicata
“Mediterraneo No Triv”
Presidio della Val d’Agri di Libera Basilicata
Osservatorio popolare della Val d’Agri
CAMPANIA
Noi genitori di tutti – Onlus
Rete di Cittadinanza e Comunità- Terra dei Fuochi
Stop Biocidio
Mamme Vulcaniche
Comitato Donne 29 Agosto -Acerra
Movimento BastaImpianti – NoSnam dell’Agro Caleno – Caserta
Le Mamme di Miriam-Acerra
EMILIA-ROMAGNA
Coordinamento Ravennate Fuori dal Fossile
FRIULI-VENEZIA GIULIA
No all’Incenerimento Sì al Riciclo Totale di Rifiuti -Fanna (PN)
LAZIO
Rifiutiamoli
Comitato Residenti Colleferro
LOMBARDIA
Mamme di Brescia
Mamme Comitato Cittadini Calcinato
Mamme Contro l’inceneritore di Mantova
Mamme No Smog Sud Milano
Mamme del Chiese
Comitato La Roccia
Comitato G.A.E.T.A. ODV Schivenoglia (MN)
Salviamo il paesaggio-Cremona
MARCHE
Ondaverde onlus Falconara Marittima
Mal’aria Falconara Marittima
MOLISE
Associazione “Mamme per la Salute e l’Ambiente odv” Venafro
PIEMONTE
Associazione mamme in piazza per la Libertà di Dissenso
Non Una di Meno di Alessandria
Comitato Stop Solvay di Alessandria
L’acqua SiCura- Val di Susa
PUGLIA
Associazione GiorgioForever
Comitato Legamjonici Taranto
Comitato No Colacem
Coordinamento No Triv – Terra di Taranto
Mamme No Tap (Lecce)
Giustizia per Taranto
Peacelink
SARDEGNA
Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile
Rete Warfree-Iiberu dae sa gherra
SICILIA
Comitato STOP VELENI
Coordinamento per il territorio contro la discarica Armicci-Bonvicino di Lentini – Siracusa
TOSCANA
Comitato No-Wi-Fi Toscana
SOS – La Piana del Casone – Scarlino
Obiettivo Periferia- Pistoia
Biodistretto del Montalbano
Alleanza Beni Comuni- piana fiorentina
Comitato di Salute Pubblica Piombino-Val di Cornia
Acqua Bene Comune-Pistoia
Piazza val di Cornia-Piombino
Presidio No Inceneritori No Aeroporto-Firenze
Associazione per I Diritti dei Cittadini ADiC Toscana APS
VENETO
Mamme NoPfas – genitori attivi – zone contaminate
Vicenza senza Elettrosmog
No alla Discarica di Torretta-Verona/Rovigo
Associazione Progetto Nascere Meglio Coordinamento no inceneritore di Marghera
RETI DIFFUSE SUL TERRITORIO NAZIONALE
Rete Commissioni Mensa Nazionale
Rete No Rigassificatori No gnl nazionale