Mara Lapia: la mia vita con l’endometriosi

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Mara Lapia: l’endometriosi, per questa società, vale meno

di un tumore e poco più di un ciclo mestruale

Marzo è il mese dedicato all’endometriosi. Malattia ginecologica, benigna cronica e invalidante che colpisce solo in Italia 3 milioni di donne in età fertile. Di endometriosi ora si parla, social, TV, giornali, danno spazio e visibilità alle sofferenze di milioni di donne nel mondo, ma soprattutto non si sminuiscono più i sintomi di questa malattia.

Pubblico la testimonianza di Mara Lapia, Deputata della Repubblica Italiana, eletta nella circoscrizione Sardegna e come scrive lei stessa “orgogliosa di rappresentarla“. Ci presenta il suo mondo, la sua vita con l’endometriosi, patologia che la affianca tutti giorni.

Mi ha devastata dentro, fuori e psicologicamente: odiavo una delle parti più importanti di me. Quella che genera la vita e quella che in me generava solamente dolore.”

Diamo voce a Mara, perchè la voce di una è la voce di tutte.

Ecco la sua testimonianza:

-L’endometriosi è una malattia che non mi ha fatto vivere serenamente la mia gioventù, che non mi ha fatto mai sentire una donna normale, che mi ha fatto vivere sempre in una costante paura del dolore.

Ho affrontato la paura di non avere figli: una paura passata quando, dopo essermi sottoposta ad un intervento a Verona, sono riuscita a diventare madre di uno splendido bambino. Mi sono sentita in colpa verso tutte le ragazze che avevo conosciuto, con cui ero diventata amica e che non potevano avere la mia stessa fortuna.

Questa patologia mi ha fatta trovare molte volte dai miei genitori svenuta nel mio letto, nel mio stesso vomito avuto a causa del forte dolore: ricordo ancora una mattinamia sorella che mi ripuliva i capelli e mio padre che cercava di spostare l’enorme materasso sporco per portarlo via.

Ho avuto per anni la sensazione del terrore di allontanarmi da casa perché avevo paura di ritrovarmi ovunque, per terra, da sola, e non saper cosa fare.

L’endometriosi, per questa società, vale meno di un tumore e poco più di un ciclo mestruale. È quella patologia che mi ha fatta girare per anni ed anni in molti ospedali con medici che mi guardavano senza comprendere cosa avessi, e con diagnosi sempre sbagliate. Sono stata curata inizialmente per un morbo di Crohn. Poi ognuno provava a indovinare varie patologie, finanche sospettare che fossi semplicemente anoressica, perché ero magra e quasi non riuscivo a camminare. Poi il primi interventi chirurgici. Uno fatto bene, uno sbagliato, poi l’asportazione dell’utero e la ricostruzione della vescica e del colon. Dolore, tanto tanto dolore.

Questa patologia mi ha devastata dentro, fuori e psicologicamente: odiavo una delle parti più importanti di me. Quella che genera la vita e quella che in me generava solamente dolore.

E sempre lei, l’endometriosi, ancora oggi, non mi lascia: mi accompagna tutti i giorni.

Su questa malattia bisogna fare più informazione. È importante fornire al nostro personale medico sempre più strumenti e formazione adeguata perché venga riconosciuta in tempi brevi. Non si tratta di un capriccio della ragazza che ne soffre, non sono dei semplici dolori legati al ciclo mestruale: l’endometriosi se non diagnosticata e trattata per tempo può trasformarsi in un vero e proprio inferno.

In questo percorso è importante che tutte le donne si uniscano, come vere guerriere, per chiedere maggiore attenzione su questa problematica e per combattere contro la malattia.

Io lo faccio, sempre, ogni giorno della mia vita.

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