Il cambio di gestione dal 1 luglio degli interventi in emergenza sui 94 impianti di Gnl della società Medea spa, gruppo Italgas, preoccupa i sindacati, che chiedono con forza un rinvio, finora negato dall’azienda, per garantire una adeguata formazione dei nuovi tecnici. C’è una ragione di sicurezza a sostenere lo stato di agitazione proclamato da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil insieme a una richiesta di intervento urgente al prefetto.
Ma come si è arrivati a questa situazione? A febbraio scorso le organizzazioni sindacali e la società Italgas insieme alla controllata Medea, hanno concordato un percorso di internalizzazione delle attività svolte sugli impianti: un accordo positivo, secondo i sindacati, che da tempo considerano la diffusione di appalti e subappalti – soprattutto in settori particolari come questo, in cui si opera con il gas allo stato prima liquido e poi gassoso – foriera di più rischi per salute e sicurezza e meno tutele per le lavoratrici e i lavoratori. Dal percorso definito a febbraio sono escluse le attività di distribuzione in rete, in carico quasi esclusivamente a ditte d’appalto. Per quanto riguarda gli impianti invece, Medea ha deciso di non rinnovare l’appalto alla società specializzata, scelta gradita ai sindacati ma evidentemente da gestire diversamente, con tempi e modalità congrui all’avvio di una nuova fase, a tutela di chi opera negli impianti e di chi svolgerà i turni di reperibilità.
Il problema infatti, è che i lavoratori assunti per ottemperare all’accordo di internalizzazione, hanno iniziato la formazione ma, al momento, non sono ancora pronti per essere chiamati a svolgere, insieme ad altri colleghi, le attività di reperibilità, tra cui le eventuali emergenze. I responsabili di Medea hanno quindi programmato di assegnarle ai tecnici delle ditte in appalto che si occupano di distribuzione, fornendo una formazione esigua e del tutto insufficiente a garantire interventi in sicurezza sui 94 bacini.
Il risultato? In caso di emergenza come una fuga gas, allarme incendio, situazioni legate a temporali o caldo estremo, chi dovrà intervenire non ha né esperienza né formazione. Per questa ragione Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno chiesto un rinvio, con l’obiettivo di fornire ai lavoratori interessati il background indispensabile a gestire le emergenze. Val la pena chiarire che si tratta di impianti criogenici, che trasformano il gas naturale liquefatto nello stato gassoso per poi immetterlo nelle reti verso le varie utenze servite dal gas di città in tutta l’Isola.
Per questi motivi l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil ha deciso di proclamare lo stato di agitazione e, se la situazione non dovesse risolversi positivamente, valuterà come procedere ulteriormente nella protesta. L’auspicio è che il prefetto convochi al più presto tutte le parti per evitare inutili accelerazioni, scongiurare rischi e procedere con il giusto percorso di internalizzazione.