Ocean Viking, la nave di ricerca e soccorso, gestita in collaborazione da MSF – Medici senza Frontiere e SOS Mediterranee, è partita ieri sera dal porto di Marsiglia, per riprendere le attività salvavita nel Mediterraneo centrale. L’arrivo nell’area di ricerca e soccorso, nelle acque internazionali tra la Libia e l’Italia dove avviene la maggior parte dei naufragi, è previsto intorno a giovedì. A bordo c’è un team di nove operatori di MSF che si occuperanno dell’assistenza medica delle persone soccorse. Il coordinatore medico è l’italiano dr. Luca Pigozzi di MSF.
Il tragico naufragio del 25 luglio ha portato a 576 i morti conclamati quest’anno nel Mediterraneo centrale, ed è l’ennesima dimostrazione che rifugiati e migranti continuano a rischiare la vita in mare mentre il sistema di ricerca e soccorso, ormai totalmente smantellato, non è in grado di salvarli. Dall’inizio dell’anno più di 9.500 persone hanno tentato la traversata, oltre 4.600 sono state intercettate e riportate alla detenzione arbitraria in Libia, un paese in guerra, in violazione del diritto internazionale.
“Queste morti e sofferenze in mare e in Libia sono evitabili e mentre gli Stati continuano a evitare le proprie responsabilità e i propri obblighi di soccorso, noi faremo del nostro meglio per continuare a salvare vite” dice la presidente di MSF, dott.ssa Claudia Lodesani.
Nei giorni scorsi – prosegue il comunicato di MSF – abbiamo scritto alle autorità italiane competenti per annunciare la partenza della nave e avviare i contatti necessari, in ottica di trasparenza della nostra azione e di un’auspicata collaborazione per il regolare svolgimento delle attività di ricerca e soccorso: nelle prossime settimane vi terremo aggiornati sulle attività della nave.
Considerate la complessità e la costante evoluzione della situazione – conclude il comunicato – vi ricordiamo che siamo sempre a disposizione per aggiornamenti, chiarimenti, verifiche e informazioni dettagliate sulle nostre operazioni in mare, per aiutare a garantire una corretta informazione su questo delicato tema.
Alberto Porcu Zanda