
In una dichiarazione congiunta Italia, Malta, Cipro e Grecia, i Paesi di primo ingresso in Europa nel Mediterraneo, definiscono “increscioso e deludente” il mancato rispetto degli accordi sui ricollocamenti. “Purtroppo il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari“, si legge nella nota. Il meccanismo, aggiungono, si è dimostrato “lento” per alleviare la pressione sui Paesi “di prima linea”.
“Le Ong rispettino le leggi internazionali” – Italia, Malta, Cipro e Grecia invitano le Ong a “rispettare” la “cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue”. “Ogni Stato – si legge in una nota congiunta – deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera”. I quattro Paesi, inoltre, ritengono “urgente e necessaria” una discussione sul coordinamento delle Ong nel rispetto delle convenzioni internazionali”. “Tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali”, conclude la nota invitando l’Ue ad adottare le misure per avviare la discussione.
Intanto Bruxelles fa sapere come il dossier migranti sia prioritario per l’Ue, che, dopo lo scontro tra Italia e Francia sui ricollocamenti, sta lavorando a un vertice ad hoc, con l’idea di riunire i ministri dell’Interno europei e non solo i tecnici. La riunione potrebbe tenersi negli ultimi giorni di novembre e dovrà essere convocata dalla presidenza ceca del Consiglio europeo. La decisione ufficiale dovrebbe arrivare la prossima settimana
