Il trionfo delle politiche di Matteo Salvini viene certificato da un lungo reportage pubblicato su Il Corriere della Sera. L’inviato in Libia, Lorenzo
Cremonesi, è salito a bordo delle navi della marina italiana, quelle dell’operazione Mare Sicuro, creata per fronteggiare la crisi libica nel marzo del 2015. E i militari italiani a bordo dei natanti, come da titolo del reportage, spiegano: “Qui è tutto cambiato, non passa più nessuno“. Certo, non è tutto merito di Salvini, ma la stretta delle ultime settimane ha ulteriormente ridotto il flusso di immigrati.
Dunque, sottolinea che “la situazione è completamente cambiata da cinque o sei mesi. Per ora l’emergenza appare finita, terminata. I libici, anche grazie all’aiuto italiano, hanno motovedette molto più efficienti, i loro sistemi d’intervento sono strutturati, possono mantenere due o tre imbarcazioni sempre pronte in acqua e si dimostrano in grado di bloccare gli scafisti con i migranti prima che escano dalle 12 miglia delle loro acque territoriali”.
Intanto le Ong meditano vendetta. E’ di queste ore la notizia che la sinistra europea si sta coalizzando in vista delle elezioni europee del 2019 per far fronte comune contro il populismo di Salvini e Orban. Anche Orban però non se ne sta con le mani in mano Ed invita i così detti populisti a puntare tutte le loro forze sulle prossime elezioni comunitarie che si terranno nel 2019. L’obiettivo è quello di portare un vento nuovo a Bruxelles, il vento – per dire – di Marine Le Pen, Matteo Salvini, il gruppo di Visegrad e – appunto – dello stesso Orban.
“I leader dell’Europa sono inadeguati, sono incapaci di difendere l’Europa dall’immigrazione” e gli Stati europei occidentali sono “non democratici”, ha detto Viktor Orban, parlando a un comizio di ungheresi nella vicina Romania. “In Occidente c’è liberalismo, non c’è democrazia” perché “restrizioni alla libertà di espressione e censura sono diventati cosa comune“.