È morto Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra catturato il 16 gennaio scorso, dopo 30 anni di latitanza. Era da tempo malato di tumore al colon. Le sue condizioni di salute sono peggiorate negli ultimi mesi di ricovero al 41 bis presso il carcere de L’Aquila.
Era soprannominato “U Siccu” per la sua corporatura, ma anche “Diabolik” per la sua capacità di restare nell’ombra. E’ stato uno degli uomini chiave del biennio stragista 1992-1993. Insieme a Totò Riina e Bernardo Provenzano, è stato uno dei boss più potenti di tutta Cosa Nostra.
Nei più gravi fatti criminali degli ultimi trent’anni, a cominciare dalle stragi del ’92 in cui furono uccisi Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli uomini delle scorte, è stata riconosciuta anche la sua responsabilità. Lui stesso si vantava di avere “ucciso tante persone da riempire un cimitero“.
Nel 1993 fu tra i mandanti del sequestro del dodicenne Giuseppe Di Matteo, nella speranza che il padre, l’ex mafioso Santino Di Matteo, evitasse di collaborare con gli inquirenti che indagano sulla strage di Capaci.
Non ha pagato e non pagherà mai per i suoi crimini. “Mi avete preso per la malattia, senza non mi prendevate”, aveva detto in tono provocatorio al procuratore di Palermo de Lucia e al suo vice Paolo Guido, nell’interrogatorio di febbraio, dopo l’arresto.