Contraffazione: un problema ed un fenomeno in crescita, ancora più sentito d’estate; spiagge, piazze e mercatini estivi sono spesso pieni di merce di dubbia provenienza: in questo modo la multinazionale del falso si arricchisce e mette sotto attacco ben 808 imprese artigiane sarde, dai settori merceologici più vari, cosmetici, gioielli, occhiali, giocattoli, dalla moda fino alle apparecchiature elettriche, ponendo a rischio oltre 1500 posti di lavoro.
I dati sono impietosi quanto preoccupanti e Antonio Matzutzi, Presidente Confartigianato Sardegna lancia un monito: “Questa estate non comprate patacche”.
Le imprese dell’abbigliamento e degli accessori, delle calzature, del tessile e della maglieria, a causa di questo fenomeno, vedono quotidianamente compromessa la propria esistenza.
A rivelare le dimensioni del fenomeno della contraffazione in Sardegna è un rapporto dell’Ufficio Studi della Confartigianato Imprese Sardegna che, su dati Istat, Mise e Guardia di Finanza, ha analizzato i settori, le imprese e gli addetti dell’artigianato maggiormente esposti alla contraffazione.
“Siamo in una stagione – commenta Antonio Matzutzi, Presidente Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – in cui il fenomeno del ‘falso’ fa sentire i suoi effetti per questo diciamo forte e chiaro: non comprate ‘patacche’; la nostra Associazione – sottolinea Matzutzi – continua a vigilare sul fenomeno e a chiedere maggiore tutela per gli imprenditori. E non ci riferiamo soltanto al commercio abusivo di merce contraffatta sulle spiagge o nelle principali piazze, ci sono anche altri aspetti da tenere sotto controllo: per esempio l’organizzazione dei mercatini cosiddetti ‘artigianali’, un ‘marchio’ che viene assegnato, a nostro parere, senza i necessari controlli. Spesso di artigianale in esposizione c’è veramente poco”.
Complessivamente le aziende attive maggiormente esposte alla contraffazione nel solo ambito produttivo sono 96.732, contano 819.917 addetti e generano un fatturato di 154,0 miliardi di euro.
“Il mercato del falso è un fenomeno che non esitiamo a definire ‘criminale’ – continua Matzutzi – e che va combattuto a livello internazionale, nazionale, regionale fino ad arrivare al locale”.
Per Confartigianato, l’azione repressiva e la collaborazione tra le Forze dell’Ordine di tutti i Paesi, devono essere accompagnate da attività di prevenzione e da iniziative legislative a tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, a cominciare dall’approvazione di una regolamentazione europea, come quella sul “made in”, che obblighi a indicare l’origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità. Bisogna, altresì, intensificare le attività di formazione e informazione alle imprese e ai consumatori sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale e industriale.
“Per questo condividiamo gli obiettivi di una recente proposta di Legge per contrastare la contraffazione e istituire un marchio ‘100% Made in Italy’ – conclude il Presidente di Confartigianato Sardegna – infatti proteggere la qualità manifatturiera italiana e contrastare il falso, per le nostre imprese, sono impegni prioritari”.
Alberto Porcu Zanda