






Marisa Monte colora il Teatro Massimo. Con un fitto repertorio, l’artista brasiliana mette in risalto le sue eccezionali doti vocali e sceniche insieme ad una band formata da straordinari musicisti brasiliani come il giovane Chico Brown e lo storico Dadi .
La sala è un sambodromo. Al caloroso pubblico, fra cui numerosi carioca, le emozioni arrivano da brani che sono la perfetta sintesi tra samba e jazz, tra musica e poesia, tra dolci canzoni d’amore ed invenzioni vocali su un gioioso ritmo sudamericano.
Ad una voce calda e sensuale, si lega la gestualità del corpo e delle mani e cambi d’abito molto coinvolgenti. Il tutto molto garbato ed elegante. Molto forte è l’empatia tra la cantautrice e la sua band. Sempre costante è l’esaltazione del valore e della storia musicale di ogni singolo componente, nonché di chiunque lavori nel mondo della musica e dello spettacolo.
Il contenuto dei testi, talvolta malinconico o intrigante, talaltra gioioso, leggero, positivo e pieno di amore per la vita, rendono questa artista vicina a chiunque l’ascolti con ammirazione e stima, e la senta partecipe della bellezza della natura, dell’arte e della musica.
Con l’apertura del concerto effettuata con “Portas”, comincia un viaggio intrinseco fra le lei e il pubblico arricchito da una perfetta conoscenza della lingua italiana. Le canzoni, trenta in due ore di concerto, sparano tanta energia e fra le tante, ecco “A lingua dos animais”, “Beija Eu”, “Ainda lambra”, “Deja Vu”, “Dança da solidão”, Elegante Amanhecer” “Ben que sis ” “Ja sei namorar”. E poi, in scaletta, anche “Vento Sardo”, nata durante una vacanza di Marisa a La Maddalena e realizzato co Jorge Dreler. E’ un omaggio alla Sardegna e, più in generale, con l’Italia paese d’origine del padre.
Per lei, per il pubblico e per Sardegna Concerti, indubbiamente un bel successo.
foto Sardegna Concerti

Giornalista