Bella musica doveva essere e bella musica è stata. I Matt Bianco, nella serata inaugurale del VIII Bflat Jazz Festival, non deludono le attese dando vita ad un raffinato e divertente concerto. Impeccabile in eleganza, la band fa “volare” il tempo compreso fra “Invisible” e “Yeah, Yeah” e per una sera, nell’Auditorium del Conservatorio si respira l’aria di un jazz club internazionale.
Mark Rilley è sempre “sul pezzo”. La sua raffinata e melodica voce fa il paio con inarrestabili ed eleganti movenze sincronizzate alle note . E’ una bella e ricca energia da condividere con il caloroso pubblico sempre pronto a farsi coinvolgere.
Non sembrano lontani i tempi in cui i video dei Matt Bianco imperversavano su Mtv con “Snaking out the back door”, “Dont’ Brame it on that girl”, “More than i can bear”, “Half a minute”.
Queste hit del passato, rivisitate in chiave swing, si amalgano perfettamente nell’attuale percorso artistico della band culminato nell l’ultimo“High Anxiety”.
Gli artisti sul palco dimostrano maestria nella loro capacità di rimettersi in gioco. Sono talmente bravi che per un ventenne di oggi è difficile pensare che i Matt Bianco abbiano origine diverse dal jazz.
E’ una qualità che Mark Rilley, generoso e non egocentrico, condivide con i suoi ottimi ed eleganti musicisti. Si tratta di Sebastian De Krom (alla batteria), Geoff Gascoyne (basso), Graham Harvey (piano acustico e rhodes), Dave O’Higgins (sassofono) e Martin Shaw (tromba), ciascuno protagonista di uno spazio da solista. Senza escludere, ovviamente, la cantante Elisabeth Troy.
In definitiva, un ottimo concerto. Complimenti ai Matt Bianco e complimenti al team del Bflat per aver messo in piedi questo evento in un periodo non facile per lo spettacolo.
Dall’organizzazione, intanto, fanno sapere che il Bflat Jazz Fesival prosegue e presto verrà pubblicato il calendario dei prossimi eventi.
foto Maura Atzeni