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Nasce Jazz Takes The Green, la prima rete di festival jazz ecosostenibili

Anche due festival sardi aderiscono a Jazz Takes The Green la neonata rete dei festival jazz ecosostenibili: Time in Jazz fondato nel 1988 e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, con il coinvolgimento di vari altri centri del nord Sardegna, e Musica sulle Bocche nato nel 2001, altro appuntamento itinerante dell’estate musicale nell’isola, organizzato dall’associazione Jana Project con la direzione artistica di Enzo Favata.

Jazz Takes The Green è la prima esperienza italiana di aggregazione di eventi culturali che hanno a cuore la causa ecologica; ne fanno parte diciassette festival distribuiti geograficamente tra undici regioni: Ambria Jazz Festival, Bergamo Jazz e Associazione 4.33 in Lombardia, Sile Jazz nel Veneto, Parma Jazz Frontiere in Emilia-Romagna, Gezmataz in Liguria, Fano Jazz By The Sea e Risorgimarche nelle Marche, Empoli Jazz Festival in Toscana, Gezziamoci in Basilicata, Locus Festival e Think Positive in Puglia, Peperoncino Jazz Festival in Calabria, Festival dei Templi in Sicilia, e, appunto, Time in Jazz e Musica sulle Bocche in Sardegna, entrambi impegnati da tempo nella green policy.

Con il suo profondo radicamento nei territori e la sua vicinanza alle dinamiche sociali, il jazz italiano ha mostrato da tempo una spiccata sensibilità per le problematiche della nostra epoca, prendendo sempre più spesso chiare posizioni su come la musica possa rappresentare ed essere vissuta in chiave di responsabilità sociale.

Paolo Fresu: “Il futuro del nostro pianeta passa anche attraverso la musica”. Enzo Favata: “Green è il colore della primavera, il colore della rinascita, e la musica può e deve sostenere tutto questo”.

Gli aderenti a  Jazz Takes The Green si sono dati l’obbiettivo di favorire la riconversione dei festival da eventi ad alto impatto ambientale a eventi Green, attraverso l’adozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) elaborati nell’ambito del Progetto GreeFESt – Green Festivals and Events through Sustainable Tenders, ed elencati in una apposita Check List.

Fra i criteri ambientali “di base” figurano la riduzione del consumo di risorse naturali, la mobilità sostenibile, la gestione dei rifiuti, l’eliminazione dell’uso della plastica, i consumi energetici, l’utilizzo di materiali ecocompatibili per gli allestimenti scenici, la scelta dei luoghi e degli spazi in cui si svolgono i festival; ma gli aderenti avranno anche il compito di rendicontare gli impatti ambientali e sociali dei festival.

Le basi di Jazz Takes The Green sono state poste lo scorso giugno durante un convegno che, nel vedere la partecipazione di esperti in materia di contenimento dell’impatto ambientale degli eventi di spettacolo dal vivo, è partito dall’assunto che fare e proporre musica, e quindi muovere persone e impegnare risorse economiche, non può oggi prescindere dall’assumersi l’impegno di diffondere valori universali come il rispetto dell’ambiente, la sostenibilità, la tutela dei diritti umani, la tolleranza, l’inclusione; il tutto con lo scopo di condividere con il pubblico le buone pratiche.

Jazz Tekes The Green è sorta grazie alla sinergia tra I-Jazz, l’associazione che riunisce la maggioranza dei festival jazz italiani, la Fondazione Ecostistemi specializzata in strategie, programmi, azioni e strumenti per lo sviluppo sostenibile, e GreenFEST (di cui Time in Jazz è tra i fondatori), è progetto cofinanziato dal programma comunitario LIFE – Governance e Informazione Ambientale, che mira a diffondere le Buone Pratiche esistenti in Italia di Green Public Procurement per l’adozione di Criteri Ambientali Minimi nel settore delle attività culturali finanziate, promosse o gestite da Soggetti Pubblici.

Jazz Takes The Green intende anche porsi come interlocutore del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), affinché l’adozione degli stessi criteri di abbassamento dei fattori di impatto ambientale siano premianti ai fini della valutazione per l’assegnazione dei finanziamenti ministeriali, che a loro volta saranno funzionali per implementare la riconversione Green. Lo stesso Recovery Plan conterrà, nel capitolo relativi a Turismo e Cultura, la proposta di una riforma mirante a favorire l’adozione formale dei CAM.

Alberto Porcu Zanda

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