Il Tar respinge il ricorso presentato dalla Regione Sardegna che chiedeva un inserimento in zona ‘gialla’: è questo il responso del Tribunale amministrativo regionale che ha confermato l’efficacia dell’ordinanza ministeriale del 22 gennaio a firma del ministro Speranza.
Fino al 7 febbraio, fine del periodo di due settimane previsto, nulla cambia e le condizioni restrittive rimangono.
Nel contenzioso avviato dalla Regione con istanza d’urgenza, il Tar – negli scorsi giorni – aveva chiesto chiarimenti al ministero della Salute circa le ragioni tecnico-scientifiche che hanno portato alla classificazione in ‘arancione’ dell’Isola.
L’avvocatura generale dello Stato, si era costituita in giudizio per conto del ministero della salute inviando i documenti richiesti e confermando in una memoria “la competenza primaria ed esclusiva del Governo nella gestione dell’emergenza sanitaria”.
Oggi è arrivato il tanto atteso decreto emesso dal presidente del Tar, Dante D’Alessio che conferma le misure in vigore: le misure più restrittive per il contenimento della diffusione del Covid 19 decise dal Governo sono corrette.
Non c’è nessun errore nella valutazione dei previsti parametri per la definizione del colore da assegnarsi, nè vi è alcuna valutazione discrezionale ed immotivata degli organi tecnici del ministero.
La classificazione del rischio è frutto dell’applicazione di numerosi criteri, per lo più automatici, elaborati con un algoritmo, che sono stati scelti per monitorare l’andamento dell’epidemia e riguardano diversi ambiti, che per la Regione Sardegna, nel periodo di rilevazione, erano risultati peggiorati in ben quattro indicatori importanti: 1) percentuale di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive; 2) incidenza dei casi attivi ogni 100.000 abitanti; 3) andamento dei focolai; 4) completezza e la velocità di trasmissione dei dati.
Questi, in sostanza, i motivi alla base del rigetto della istanza presentata dalla regione Sardegna.
Alberto Porcu Zanda