Nuoro. Evasione carcere, Governo: qualcosa non ha funzionato

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“Certamente le notizie di evasioni dai penitenziari evidenziano plasticamente l’esistenza di criticità nello svolgimento della complessa ed impegnativa attività di custodia e vigilanza cui il carcere è preposto. Qualche cosa non ha funzionato, ma occorre ovviamente interrogarsi sulle cause onde individuare i rimedi”. Così il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, in risposta a un’interrogazione dei deputati dem Silvio Lai e Federico Gianassi, sull’evasione del boss Marco Raduano, lo scorso febbraio, dal carcere nuorese di Badu ‘e Carros.

“Va, e con celerità, compreso se si tratta di disfunzioni di ‘sistema’, dovute a carenze di organizzazione, ovvero errori o negligenze di singoli operatori, o ancora se ci si trovi di fronte a complicità criminali- le parole dell’esponente del governo-. Attendiamo gli esiti delle inchieste portate avanti dalla Procura di Nuoro”. In ogni caso, e in attesa degli esiti delle visite ispettive già effettuate, “dalle prime risultanze è possibile ricondurre quanto accaduto alla carenza nell’organizzazione dei servizi e nell’applicazione delle disposizioni che regolano la vigilanza dei detenuti del circuito di alta sicurezza”, spiega Sisto. In ragione della gravità di quanto accaduto, “il Dap ha ritenuto opportuno affidare temporaneamente ad un altro dirigente di comprovata esperienza e capacità, il comando del reparto del carcere nuorese- fa sapere il sottosegretario- per garantire il ripristino di adeguate condizioni di sicurezza ed efficienza operativa”.

Quanto all’organico, “conteggiate le 20 unità distaccate in uscita e 4 in entrata, si attesta a 145 unità- specifica Sisto- a fronte delle 206 previste, quindi inferiore di 60 unità. Le carenze maggiori si rilevano nel ruolo dei funzionari (manca un’unità), degli ispettori (21 unità), dei sovrintendenti (19 unità) e degli agenti-assistenti (6 unità). All’esito delle varie procedure di reclutamento si provvederà all’assegnazione di un adeguato numero di personale”.

Per quanto riguarda gli interventi di sicurezza, il sottosegretario fa sapere “che è in corso il procedimento per il risanamento del muro di cinta e l’adeguamento degli impianti tecnologici di sicurezza. Si auspica di poter mandare in gara il lavoro entro il primo semestre del 2023”. Inoltre, per quanto riguarda i lavori di ampliamento del settore videoconferenza “è previsto il rifacimento totale del sistema ‘tvcc’ con un nuovo sistema 36 telecamere Ip. Saranno, poi inseriti nella prossima programmazione interventi di manutenzione straordinaria, realizzazione di un nuovo impianto idrico antincendio, interventi di efficientamento energetico e predisposizione di locali da destinare al reparto sanitario”. Infine, per quel che riguarda la sicurezza dei cittadini di Nuoro, ed in particolare degli abitanti nelle adiacenze del penitenziario, “non posso che rimandare a quanto relazionato dal ministro dell’Interno- specifica Sisto- che ha ben chiarito come già nel corso della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica del 27 febbraio, è stato disposto il potenziamento al massimo dell’attività investigativa e operativa delle forze di polizia. Si è disposta altresì l’implementazione e costante manutenzione dei sistemi di videosorveglianza, specie nelle strade principali e secondarie e anche all’interno del centro storico cittadino”.

Anche il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, “ha assicurato il massimo impegno dell’amministrazione comunale- spiega Sisto- finalizzato alla verifica e pianificazione in tempi rapidi di interventi manutentivi sugli impianti di videosorveglianza esistenti, e all’incremento del sistema con ulteriori telecamere, laddove vengano reperite ulteriori risorse”.

Parole, quelle di Sisto, che non soddisfano uno degli interroganti, il deputato sassarese Lai: “Il sottosegretario ammette il totale fallimento del governo sulla evasione dal carcere di Nuoro- attacca il parlamentare-. Di fatto avvalora ciò che già si sapeva. Nel carcere di Nuoro vi sono gravi carenze tecnologiche ed umane, che risultano incompatibili con la catalogazione dell’istituto al rango di massima sicurezza”. Per di più, “ad un mese dall’evasione di un boss estremamente pericoloso- prosegue Lai- ha spacciato per soluzioni la sostituzione di un presunto responsabile interno e la convocazione del Comitato dell’ordine pubblico. Risultato? Dovrà essere il Comune di Nuoro a finanziare nuove telecamere di sicurezza”. Insomma, per i cittadini di Nuoro “dopo il danno, arriva anche la beffa- sottolinea Lai-. Dovranno pagare i costi della messa in sicurezza della struttura, come se non bastasse già il fatto che ogni giorno vivono il pericolo di un carcere dentro la città”.

 Fonte: «Agenzia DIRE»

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