Nuoro. Metaverso, i detenuti di Mamone primi in Italia visitati da remoto

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Da martedì 21 maggio 2024, i detenuti della Colonia penale di Mamone potranno essere visitati in remoto grazie al Metaverso. Alle 10.30 – minuto più, minuto meno – rispettando il crono-programma prefissato, il dottor Giuseppe Falchi, medico psichiatra in forze al Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura del San Francesco, supportato dal tecnico della società State 1, ha indossato il visore e – dalla sala allestita appositamente nella Casa della Comunità San Francesco di via Demurtas – ha eseguito la prima visita al “paziente X”, a 54 chilometri di distanza.

Non è l’incipit di un romanzo di fantascienza, ma l’avvio ufficiale dell’innovativo progetto Metaverso, che – per la prima volta in Italia – consente di erogare servizi sanitari da remoto in una realtà penitenziaria. In questo caso nella colonia penale di Mamone.

Da oggi, quindi, i detenuti potranno essere visitati in remoto grazie al Metaverso. Per questa fase iniziale psichiatria e fisiatria sono i due ambiti al centro del progetto, che in via sperimentale si pone l’obiettivo di migliorare l’efficienza dell’assistenza sanitaria negli istituti correttivi, abbattendo le barriere che troppo spesso lasciano isolati e affidati a sé stessi i detenuti. Questo consentirà: l’abbattimento delle liste d’attesa, il potenziamento delle attività specialistiche all’interno del carcere e la riduzione dei costi legati agli spostamenti.

Un passo nel futuro, ma anche un caso emblematico di come la tecnologia possa supportare e migliorare il sistema sanitario, in particolare in realtà periferiche, come le aree interne, in un momento storico in cui la carenza generalizzata di professionisti della sanità è molto sentita.

L’avveniristico progetto di assistenza sanitaria ai detenuti è frutto della collaborazione tra la Asl di Nuoro, la casa di reclusione di Mamone, lo spin-off accademico Chain Factory, dell’Università di Cagliari, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali e State1, società operante nel settore del Metaverso che negli ultimi mesi ha sviluppato un ambiente virtuale nel quale i detenuti possono incontrare i medici in uno spazio immersivo.

Da Mamone il Direttore Generale dell’ASL n. 3 di Nuoro, Paolo Cannas, accompagnato dal “padrone di casa”, il direttore della Colonia penale Vincenzo Lamonaca e dal professor Alessandro Spano, docente del dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari, vive la prima visita con ilo Metaverso con grande emozione. «La direzione strategica aziendale dell’ASL di Nuoro – spiega Cannas – ha da tempo messo in campo un’attività multimediale e digitale all’avanguardia (avviata con la telemedicina, che oggi ci consente di monitorare e seguire nel proprio domicilio 400 pazienti con scompenso cardiaco, con conseguente abbattimento dei ricoveri impropri) e non poteva non cogliere le importanti novità sul fronte di questa nuova tecnologia sul versante sanitario, partendo sperimentalmente con un progetto legato a pazienti di cui non sempre ci si ricorda: le persone ristrette in carcere, che, per prime in Italia, potranno beneficiare di questo strumento. Grazie al dottor Lamonaca e al professor Spano, e un grazie sincero a tutti gli attori coinvolti in questa nuova dimensione della sanità pubblica».

Cannas-Lamonaca-Spano
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