I “Baschi Verdi” del Gruppo della Guardia di Finanza di Olbia hanno concluso un’importante operazione nel settore della tutela dell’ambiente e del contrasto degli illeciti in materia ambientale, procedendo al sequestro di due aree per una superficie pari ad oltra 4.300 metri quadrati.
In particolare, le fiamme gialle Olbiesi, nel corso di uno specifico monitoraggio avviato in relazione a possibili illeciti ambientali, hanno individuato nei giorni scorsi, in località Basa del comune di Olbia, un capannone in evidente stato di dismissione, all’interno del quale già nel 2014 era stata constatata un’attività abusiva di autoriparatore, sul cui piazzale, in parte visibile attraverso la recinzione, avevano notato la presenza di fusti sospetti e cumuli di rifiuti. Pertanto, dopo aver effettuato gli accertamenti necessari ad individuare il proprietario dell’area, i militari decidevano di effettuare un sopralluogo per verificare il contenuto dei fusti e la natura dei rifiuti abbandonati. Le attività di polizia giudiziaria, eseguite con l’ausilio di personale dell’A.R.P.A.S. Di Sassari, confermavano la grave pericolosità dei liquidi rinvenuti, tutti riconducibili all’attività di autoriparatore svolta negli anni in forma abusiva. Al termine delle attività di rilevazione sono risultati presenti rifiuti derivanti dalla predetta attività di autoriparazione pari a 570 metri cubi, 850 litri di olio motore esausto, 220 litri di solventi e vernici derivanti dalla attività di autocarrozzeria, n. 18 autoveicoli e n. 8 motocicli in evidente stato di abbandono. La superficie del fondo, pari a 3150 mq, è inoltre risultata interessata dal percolato di oli esausti, di vernici, di solventi e di materiali ferrosi provenienti dal dilavamento meteorico. Nell’ambito della medesima attività di polizia ambientale è stato poi individuato e sottoposto a sequestro un fondo di 570 mq in località Zucchitta, su cui insiste un deposito incontrollato di 300 metri cubi di rifiuti solidi urbani, di parti di autovetture e di elettrodomestici. In entrambi in casi il personale tecnico dell’ARPAS ha prelevato campioni di vetrocemento sui quali saranno effettuate apposite analisi tecniche al fine di appurare la presenza di amianto e nei prossimi giorni eseguiranno ulteriori accertamenti finalizzati alla verifica della contaminazione ambientale causata. I proprietari dei fondi interessati dal sequestro sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Tempio Pausania per il reato di deposito incontrollato di rifiuti punito dall’art. 256 del Testo Unico Ambiente