
C’é un bar in Sardegna, precisamente in un piccolo centro della provincia di Nuoro, Oliena o meglio Ulìana, paese di circa settemila anime che preserva essenza e fascino della Barbagia, incastonato fra montagne e circondato da boschi e sorgenti, dove lo scontrino fiscale è scritto in limba: mes’abba, rifrishu o caffè hurrettu per concludere con un beneaugurante a mengius viere chin salude.
Interessante novità per i più, che insegna ai sardi il dovere ma soprattutto il piacere di imparare a comunicare le nostre specificità, utilizzando in svariati modi e luoghi le parole in sardo. Lo Zingarelli ha appena inserito una new entry sarda, il termine Carasàu: «dal sardo “carasare”, tostare, perché dopo la cottura si ripassa nel forno; tipo di pane sardo a forma di disco molto sottile e croccante, adatto a essere conservato a lungo; cartamusica». Sa limba sarda, miglior veicolo della nostra cultura, utilizzata soprattutto nei paesi, va scomparendo dal lessico giovanile. Lo scontrino aiuta a ricordarci da dove veniamo e dove viviamo, una bellissima isola che deve imparare a preservare la sua cultura millenaria.
A mengius viere chin salude a Ulìana al bar caffè Eugenia.
Caporedattrice