Cagliari. Era l’11 maggio del 2011 quando a Istanbul veniva firmata la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Ma, nonostante sul piano legislativo in molti Paesi siano stati fatti dei passi avanti, da un punto di vista sociale il livello di violenza di genere nei confronti delle donne non accenna a diminuire, e si è constatato come, purtroppo, la forzata convivenza imposta dalle restrizioni per la pandemia di Covid-19 abbia esasperato situazioni già borderline.
L’omicidio di Tortolì, che vede una donna, Paola Piras, gravemente ferita e suo figlio Mirko ucciso barbaramente, con la sola colpa di essere intervenuto a difendere la madre dal suo aggressore, è la prova del fatto che anche nelle comunità in apparenza più tranquille sia fondamentale non abbassare la guardia.
È necessario un cambiamento strutturale e culturale, evidenzia la Commissione Regionale per le Pari Opportunità, affinché i principi della Convenzione di Istanbul trovino un riscontro fattuale nella società, come richiamato anche dall’ultimo Rapporto Grevio.
Le Istituzioni devono collaborare attivamente e in modo sinergico per sostenere i Centri Antiviolenza e gli altri attori della rete di protezione che offrono aiuto e assistenza alle vittime di questi crimini: la Regione Sardegna, con la Commissione per le Pari Opportunità, si schiera al fianco delle vittime e prosegue la sua opera al fine di garantire un futuro sempre più luminoso e sereno alle donne e ai loro figli, e per far sì che anche in situazioni socialmente difficili non vengano mai meno il supporto e l’assistenza.