Reddito di inclusione sociale. Una misura di contrasto alla povertà ma con troppe lacune. L’assenza di un supporto strumentale da parte della Regione, i tempi non adeguati per la presentazione delle richieste, i vincoli troppo rigidi per il progetto di inclusione e l’assenza di contributi per le persone affette da dipendenze patologiche. Le linee guida emanate dalla Regione racchiudono situazioni di criticità evidenziate dai Comuni più importanti della Sardegna e denunciate dal vicepresidente della commissione salute nell’aula di via Roma Edoardo Tocco (FI): <<Si registra la mancanza di una piattaforma informatica in grado di agevolare il dialogo tra l’Inps e le amministrazioni locali. Uno strumento – spiega l’esponente degli azzurri – che sarebbe dovuto essere elaborato dalla Regione. La carenza porta i centri più popolosi a dover effettuare controlli manuali per elaborare le graduatorie e stabilire le risorse>>. Appare inoltre illogico far presentare le domande a giugno, senza avere la certezza sull’esercito dei beneficiari. <<Il reddito di inclusione sociale – continua Tocco – è un sostegno importante per alleviare le situazioni più estreme, ma le scadenze per l’accesso ai finanziamenti non è facilmente gestibile>>. Altra nota dolente? <<L’erogazione del reddito di inclusione sociale è condizionata allo svolgimento del progetto di inserimento, da avviare entro ottobre. Una contraddizione non da poco – conclude Tocco – perché l’ammissione al contributo è prevista a partire da settembre. Dunque, sarebbe necessario in appena un mese verificare migliaia di progetti personalizzati. Non si comprende inoltre perché ci sia il divieto di erogazione a persone affette da dipendenze patologiche>>.