Venerdì scorso, la Commissione Europea ha diffuso i risultati di una consultazione ufficiale sull’efficacia dell’ora legale, la convenzione per cui ogni anno l’orario di tutta l’Europa viene spostato un’ora avanti per sfruttare al meglio le ore di luce in estate. Alla votazione hanno partecipato 4,6 milioni di persone, di cui l’84 per cento in favore della sua abolizione. La Commissione proporrà al Parlamento e al Consiglio europei di abolire la risoluzione che obbliga gli stati a cambiare l’ora due volte all’anno, lasciando quindi a ogni stato la libertà di fare come vuole.
Ecco un esempio: la Francia decide di mantenere l’ora solare, mentre in Italia rimane in vigore l’ora legale. Un viaggiatore che passa il confine a Ventimiglia deve spostare un’ora in avanti le lancette. Poi risale le Alpi e arriva al Brennero: l’Austria ha deciso come Parigi di tenere l’ora solare, quindi l’orologio va riportato indietro di un’ora. A quel punto da Vienna lo stesso viaggiatore prende un volo verso Atene per godersi pure qualche giorno di mare: la Grecia ha scelto l’ora legale, allora le lancette vanno spostate avanti di ben due ore, perché siamo anche in un fuso orario diverso (+2).
La Commissione Ue presenterà dunque una proposta legislativa “per abolire il cambio d’ora due volte l’anno. Il progetto arriva da Bruxelles ma è sponsorizzato soprattutto dai Paesi del Nord, come anche dalla Germania che la considera addirittura “una priorità“. Parola di Angela Merkel. E mentre si dibatte su eventuali costi e benefici dell’attuale sistema, una cosa è certa: sarà il caos. “Spetta agli Stati membri decidere se restare all’ora solare o all’ora legale”, in quanto “la scelta del fuso orario resta una competenza nazionale”, ha infatti spiegato l’esecutivo comunitario. Potenzialmente, avremo fusi orari diversi sparsi a macchia di leopardo per il Vecchio Continente. E su questo punto è lo stesso studio della Commissione a essere chiaro: “Consentire cambiamenti temporali non coordinati tra gli Stati membri sarebbe dannoso per il mercato interno“.
C’è stata una gran confusione attorno alla notizia molti hanno trovato difficile capire se le persone avessero votato in maggioranza per l’abolizione dell’ora legale o per la sua estensione a tutto l’anno, abolendo invece quella solare. L’equivoco è nato da un errore commesso dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker parlando con una tv tedesca; un suo portavoce ha poi confermato che l’ora per cui si chiede l’abolizione è quella legale.
L’ora legale è quella “estiva”, cioè adottata dai paesi tra marzo e ottobre, il periodo dell’anno in cui ci sono più ore di luce. Nel giorno più lungo dell’estate, in Italia, il sole sorge verso le 5.30 e tramonta entro le 21. Se non ci fosse l’ora legale, sorgerebbe alle 4.30 e tramonterebbe alle 20. Ma visto che fra le 4.30 e le 5.30 quasi tutti stanno ancora dormendo, di quell’ora di luce potrebbero goderne pochissime persone: lo spostamento delle lancette provoca invece un “allungamento” delle giornate e permette un po’ a tutti di godere di un’ora di luce in più, dalle 20 alle 21. Avere più luce di sera, fa anche risparmiare sui consumi di energia elettrica (secondo Terna per 116 milioni di euro all’anno, in Italia).
L’ora solare è quella naturale, quella “giusta”, valida nei mesi invernali tra ottobre e marzo e “aggiustata” nel resto dell’anno con l’ora legale.
Cosa succederebbe se l’Italia decidesse di adottare solo l’ora legale a scapito di quella solare? D’inverno il sole tramonterebbe più tardi, come d’estate, ma poi farebbe buio fino a circa le 9 del mattino, un orario in cui sono già iniziate le maggior parte delle nostre attività.
Per ragioni geografiche, gli stati del Sud Europa, come l’Italia, ottengono benefici superiori agli altri dall’ora legale. Dato che si trovano a circa metà strada fra Polo Nord ed Equatore, la durata delle giornate non varia moltissimo fra estate e inverno. Lo spostamento in avanti di un’ora, quindi, rende sì le giornate più lunghe, ma non in modo tale da avere luce a tarda sera.
Nei paesi del Nord Europa, invece, le giornate estive sono di per sé molto dilatate, visto che si trovano più vicini al Polo Nord: l’ora legale accentua un fenomeno già presente (e porta risparmi energetici molto ridotti). A Helsinki, in Finlandia, il sole sorge prima delle 4 e tramonta alle 22.50 il 21 giugno: in pratica scandisce una giornata da quasi 19 ore di luce, mentre se non ci fosse l’ora legale il sole tramonterebbe alle 21.50. Sempre il 21 giugno, a Berlino il tramonto è alle 21.33, a Parigi alle 21.58. In questi paesi da diversi anni vanno avanti campagne che chiedono l’abolizione dell’ora legale.
Nei paesi che adottano questo sistema si discute sul fatto se l’ora legale porti a uno stato di stress temporaneo causato dal dormire un’ora di meno e dallo spostare i propri orari biologici. Una delle ricerche più complete in merito è quella del comitato scientifico del Parlamento tedesco, del 2016. Si sono esaminati sette studi: alcuni mostrano rischi per la salute, altri suggeriscono che il cambio dell’ora non abbia alcun effetto. Il comitato ritiene comunque che le conseguenze sul corpo siano state sottostimate e meritino ulteriori studi. Chi sostiene i benefici dell’ora legale parla invece della maggiore propensione allo sport e allo stare all’aria aperta nei mesi estivi.