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Oristano – Roberto Cau e le Mostre impossibili

Roberto Cau è un artista poliedrico di Oristano, che si è inventato le “Mostre Impossibili», per evidenziare una serie di esposizioni ideate e installate graficamente presso città d’arte, strutture e importanti monumenti particolarmente insoliti e non concessi a tale scopo.

Un serie itinerante di Mostre, per poter esporre la particolare Collana “I Papiri Contemporanei”, composta da 8 grandi pannelli di dimensioni mt. 5,50 x 0,60 circa, i quali ognuno raccoglie 99 piccole tavole pittoriche, per un totale di 792 opere, dell’articolata collezione artistica intitolata “Mundus”.

Si tratta di otto grandi pannelli orizzontali, con specifiche tematiche sociali: Migranti, Familia, Gentium, Populus, Bellum Pax, Sacrum Terrae, Urbs e Mare Nostrum. Le novantanove tavole di ogni pannello sono sistemate in tre file consequenziali, come se fossero, appunto, dei nuovi «Papiri contemporanei» da “srotolare”, leggere e interpretare, da qui il titolo inconsueto di le “Mostre Impossibili». Una grande serie di tavole d’Arte Contemporanea, tra sintesi, segno e gesto pittorico, sviluppate su importanti temi e argomenti sociali. Una mostra per esplorare i continui e incessanti esodi e le articolate interazioni umane. Una ricerca tra disegno e pittura informale, incentrata tra segno grafico, gesto pittorico e imperfezione delle forme, nonché esplorazione della macchia di colore e del tratto istintivo, tra forme volute e casuali, zone vuote e parti colorate.

Si tratta di una ipotetica mostra itinerante che vuole leggere tra le infinite righe e pagine del passato e del presente, tra segni arcaici e valori del presente, tra studio e ricerca, in quanto le numerose tavole sviluppate e raccolte, affrontano percorsi visivi e riflessivi.

Un contesto virtuale che, con veste nuova, arreda gli spazi in cui si ergono i monumenti e le strutture architettoniche, come le torri di Mariano a Oristano e quella di Torre Grande, il Bastione di Cagliari e Brera di Milano, piazza San Marco a Venezia e una importante strada di New York, conferendo ai vari ambienti, inusuali scenari che in prospettiva, suggeriscono la possibilità di riscrivere la fruizione di opere artistiche nei luoghi e negli ambienti cittadini.

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