Site icon CAGLIARI POST

OSS Asl Cagliari con contratti Covid chiedono intervento della commissione Affari sociali della Camera dei deputati

Alessandra Depau, Simona Imeroni, Daniela Pistis, Roberto Deiana rivolgono un appello alla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati, chiedono l’intervento del presidente Ugo Cappellacci. 

Di seguito il comunicato:

-Gli OSS della Asl 8 di Cagliari che avevano contratti Covid e sono rimasti esclusi per pochi giorni dall’unico bando di stabilizzazione della ASL 8, che non ne ha pubblicati altri a differenza delle altre ASl della Sardegna, chiedono un intervento alla commissione della Camera dei deputati “AFFARI SOCIALI”.

“Il nostro appello – scrivono Simona Imeroni, Alessandra Depau, Roberto Deiana, Daniela Pistis, al Presidente di commissione Ugo Cappellacci e a tutti i componenti all’intero parlamentino – è rivolto a  segnalare la nostra disperazione in qualità di personale sanitario, determinata dallo stop dei nostri contratti di lavoro prorogati anche sino a 10 rinnovi, per aver prestato con abnegazione la nostra professionalità e umanità nei reparti ospedalieri della ASL di Cagliari, come il Santissima Trinità e diversi altri, durante l’emergenza pandemica.

Parliamo di una esperienza – proseguono gli OSS – che ci ha visto concederci al lavoro anche se sapevamo di mettere a rischio la nostra stessa vita, le tutele nel periodo erano quelle che si possono immaginare in uno stato di emergenza; abbiamo assistito pazienti e con umanità abbiamo ‘assistito’ anche chi non è purtroppo riuscito a sopravvivere, oltre a dare la nostra disponibilità per le attività di sorveglianza sanitaria. Abbiamo sopperito alla carenza di personale, qualcuno lo doveva pur fare. Noi non ci siamo mai tirati indietro.

Facciamo parte di quegli OSS rimasti fuori dalla graduatoria dell’unico bando di stabilizzazione pubblicato dalla ASL 8 di Cagliari. A differenza infatti di questa azienda sanitaria, altre Asl della Sardegna hanno indetto più bandi periodici di stabilizzazione affinché fosse riconosciuta la professionalità acquisita dal personale Covid, ed il loro intenso lavoro umano prestato nel periodo dell’emergenza sanitaria.

Siamo OSS rimasti esclusi dalla graduatoria della Asl 8 anche solo per qualche giorno o un mese utili per raggiungere i 18 mesi di attività richiesti alla data di quell’unico bando. Ma abbiamo avuto rinnovi contrattuali durante tutto il periodo, anche sino a 10 proroghe, e oggi arriviamo a contare anche 36 mesi di lavoro.

Il governo nazionale aveva esteso il tempo per stabilizzare gli operatori sino al 31/12/2025, con 18 mesi con contratto Covid, ma noi siamo stati ‘dimenticati’. Eppure ogni letto di ospedale ha un paziente ricoverato, ed ogni paziente non autosufficiente avrebbe diritto ad avere un OSS dedicato per il periodo del ricovero. L’OSS svolge delle attività che, è risaputo, non vogliono fare gli infermieri (si sentirebbero ‘demansionati’), né i medici. Ma è giusto sia così, non è loro compito fare gli OSS.

Ecco volgervi il nostro appello. Onorevole Cappellacci, da residenti sardi a esponente sardo, le chiediamo di portare la nostra voce in Commissione parlamentare. La voce degli OSS del territorio dell’isola. Abbiamo pari diritti dei nostri colleghi stabilizzati, chiediamo una soluzione imminente che possa venirci incontro e non essere dimenticati.

Ad alcuni di noi stanno arrivando dalla agenzia delle entrate ricevute di pagamenti di oltre cinque mila euro perché la ASL Cagliari ha fatto dei contratti Covid a tempo determinato con tassazione separata, e sinceramente con la perdita del lavoro oggi c’è chi di noi non riesce ad estinguere i debiti di sopravvivenza, chi è anche in affitto, senza casa propria.

Come facciamo Presidente Cappellacci, ce lo dica lei, come facciamo senza lavoro a vivere in queste condizioni !

Se la soluzione di una stabilizzazione può non essere immediata, consentiteci di avere degli ammortizzatori sociali, considerateci lavoratori in mobilità, in modo che possiate reintegrarci il prima possibile nel lavoro. C’è chi di noi è vicino alla pensione, chi vuole che ci assuma più dopo i 60 anni di età. Eppure siamo quelli che non hanno chiesto nessuna aspettativa durante il periodo emergenziale, nessuna assenza pur di non lasciare il carico doppio di lavoro ai nostri colleghi, anche più giovani, consapevoli del lavoro infinito da svolgere e dei tanti pazienti che non potevamo lasciar soli al loro destino.

Gli Isee non rappresentano la nostra attuale situazione perché vanno ancora a considerare i periodi in cui stavamo ricevendo le buste paga. Siamo in piena difficoltà.

Ci appelliamo alla Vostra sensibilità, umana e istituzionale, abbiamo bisogno di una misura che intervenga immediatamente sulla nostra situazione. Grazie per l’attenzione che auspichiamo darete alla nostra istanza.”

Simona Imeroni

Roberto Deiana,

Alessandra Depau,

Daniela Pistis

print
Exit mobile version