Pagamenti. Sardegna quinta a livello nazionale per velocità nel saldare le fatture. Sassari (solo 13 giorni) al top tra i comuni italiani mentre a Quartu ce ne vogliono 70. Matzutzi (Presidente Confartigianato Sardegna): “Dati incoraggianti per le Amministrazioni monitorabili ma poco sappiamo di quelle non presenti nella piattaforma”.
20 giorni. È il tempo medio impiegato dall’Amministrazione Regionale della Sardegna per saldare i propri fornitori, risultando la quinta regione italiana più veloce nel pagare le fatture. Tra le province sarde, il record di velocità spetta a ex aequo a Oristano e all’Area Metropolitana di Cagliari, entrambe con 23 giorni. Tra i Comuni
superiori ai 60mila abitanti, il migliore è Sassari (capolista della virtuosità anche a livello Nazionale) con 13 giorni mentre tra quelli più piccoli, record per Alghero con 13 giorni.
E’ questo ciò che emerge dall’ultima analisi sui “Tempi di pagamento della P.A. nell’Isola”, realizzata dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati MEF del sistema SIOPE+ dei
primi 9 mesi del 2018, attraverso il quale è possibile esaminare i dati sui tempi di pagamento di 1.342 pubbliche amministrazioni in tutta Italia.
La Direttiva Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE – recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2012 n.192, impone infatti 30 giorni come termine ordinario di pagamento per tutti i settori della PA, derogabile non oltre i 60 giorni come per acquisti del Servizio sanitario nazionale.
“Effettuiamo periodicamente un’attenta azione di monitoraggio e stimolo su questa tematica e fa quindi piacere constatare il forte calo dei tempi di pagamento – sottolinea Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ovviamente parliamo delle Amministrazioni e dei Comuni che sono all’interno della piattaforma del Ministero e che quindi possono essere monitorate”. “I 20 giorni della Regione, e i tempi quasi immediati di tanti Comuni virtuosi – continua il Presidente – sono un enorme passo avanti rispetto ai 103
giorni registrati solo di pochi anni fa ma teniamo sempre conto che si tratta dei migliori enti pagatori ovvero una 50ina di enti sardi su 377 e che per questi “virtuosi” ne abbiamo tantissimi altri che,
immaginiamo, impiegano ancora mesi e mesi”. “In ogni caso è la direzione giusta – sottolinea Matzutzi – ma non saremo totalmente soddisfatti finché tutti i Comuni e tutte le altre Amministrazioni non
pagheranno entro i termini di legge. Capiamo che ci siano ancora tante difficoltà finanziarie e organizzative ma non capiamo perché debbano farne le spese i professionisti e le imprese”.
Per quanto riguarda la Sardegna, come detto, questa risulta in V posizione (dopo Lombardia, Toscana, Lazio e Friuli) con 20 giorni contro una media nazionale di 32.
Tra i Comuni con oltre 60mila abitanti, come detto, il migliore, anche a livello nazionale è Sassari con 13 giorni. Fuori dai tempi imposti dalla Direttiva, Cagliari con 44 e Quartu Sant’Elena con 70 giorni.
Tra i comuni sardi di medie dimensioni, come detto, in testa per la velocità troviamo Alghero con 13 giorni, seguito da Guspini con 14, Tempio Pausania con 15 e Iglesias, Selargius e Terralba con 17. A Sorso si paga in 18 giorni, a Sinnai in 19, a Olbia in 20, Quartucciu e Arzachena in 21, Porto Torres in 25, Siniscola in 28 e Carbonia nel limite di 30. Fuori dai tempi delle disposizioni della direttiva Villacidro con 31, Nuoro con 41, Ozieri con 46, Assemini con 47, Oristano con 51 e Macomer con 58.
“Le nostre imprese – sottolinea il Presidente – hanno bisogno di certezze sul diritto a veder finalmente onorati i loro crediti. Una volta risolto definitivamente il problema dei debiti accumulati in questi anni, per evitare che il fenomeno si ripeta occorre finalmente adottare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti verso la PA”. “La compensazione, prevista tra i criteri della legge delega di riforma fiscale – prosegue il Presidente di
Confartigianato Sardegna – rappresenta la strada più semplice per restituire risorse e serenità agli imprenditori. Confartigianato la indica da tempo. Si tratta di fare leva proprio sulla doppia veste dello Stato: esattore e pagatore, consentendo agli imprenditori la compensazione tra i crediti che vantano nei confronti della Pubblica
amministrazione con le imposte e i contributi da pagare al Fisco”.
Poi una segnalazione sulla Ragioneria Regionale: “Ci sono, comunque, ancora fenomeni preoccupanti come quello che accade nella Ragioneria Regionale, che si occupa dei pagamenti dell’Amministrazione Regionale – conclude Matzutzi – questa è chiusa da novembre e lo rimarrà almeno fino a marzo per via del riaccertamento dei residui. Questo comporta gravi disagi a chi sta attendendo di essere pagato: è una situazione insostenibile”.