Ha preso il via ad Oristano il percorso partecipativo sull’istituzione del Parco delle Terre d’acqua dell’oristanese.
Ampia la partecipazione al primo incontro da parte di enti, associazioni e cittadini, all’incontro promosso dal Gruppo di Coordinamento (composto dai comuni di Oristano, Nurachi, Terralba, Arborea, Palmas Arborea, Arbus, Guspini, Riola Sardo, Cabras, San Vero Milis, Santa Giusta e dal Consorzio di Bonifica di Oristano, la Provincia di Oristano e la Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Difesa dell’Ambiente) e realizzato con il supporto tecnico della società Poliste srl Società Benefit, per informare, sensibilizzare, animare e coinvolgere le comunità e stimolare l’espressione di idee, opinioni, visioni, dialogo, ascolto e confronto attivo.
L’incontro “Ascoltiamo le tue terre d’acqua” è stato aperto dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Oristano, Maria Bonaria Zedda, e dal Sindaco di Nurachi, Renzo Ponti, che è anche coordinatore del Gruppo di coordinamento.
“È stata una importante occasione di ascolto e di confronto – evidenzia l’Assessore Maria Bonaria Zedda -. Una sessantina i partecipanti che hanno affollato la sala dell’ex Teatro San Martino di Oristano. Sono emersi tanti contributi utili, anche preoccupazioni e obiezioni, ma in questa fase è importante che emergano tutte le posizioni, affinché il percorso partecipativo sia il più ampio, trasparente e completo possibile”.
“L’idea di un parco, o comunque di un soggetto capace di governare le politiche di tutela e sviluppo sostenibile delle zone umide oristanesi, non vuole essere imposta dall’alto, ma deve nascere dal coinvolgimento delle realtà territoriali – ha detto il Sindaco Ponti -. Il confronto parte da Oristano che come comune capoluogo può unire le varie realtà territoriali”.
Serenella Paci, della società Poliste, ha introdotto il dibattito spiegando che nell’ampia fascia territoriale che va da San Vero Milis fino a Guspini e Arbus esistono già numerose zone sottoposte a tutela: 6 siti Ramsar, un’area marina protetta, aree SIC e zone di protezione speciale: “Cerchiamo di capire tutti insieme, attraverso un processo partecipativo, di ascolto e di coprogettazione, se si riesce a mettere ordine a un sistema molto frammentato con una forma di governo unitario, con una visione unica”.
La presentazione ha consentito di fare chiarezza sul significato dell’eventuale istituzione di un parco: tutte le attività attualmente consentite nelle aree interessate continuerebbero ad essere consentite con le medesime regole, unica eccezione per la caccia che per legge non è ammessa nei parchi. Nessun cambiamento, invece, per l’agricoltura e la pesca, per lo sport e le attività escursionistiche, per l’espansione edilizia e le trasformazioni urbanistiche, per la costruzione di impianti energetici da fonti rinnovabili, per la realizzazione di nuove discariche o impianti di trattamento e smaltimento fanghi e rifiuti.
Sulle limitazioni all’attività venatoria si sono registrati gli interventi più critici con i rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno parlato di mancanza di pari opportunità e di discriminazioni nei confronti dei cacciatori. Preoccupazione anche da parte della Confagricoltura, della Lega delle cooperative, del Consorzio industriale di Oristano. Per tutti occorre un reale confronto con le comunità, con i cittadini in primo luogo, con i portatori di interesse, categorie, associazioni, enti e istituzioni.
Per il Sindaco di Cabras, Andrea Abis, “non c’è bisogno di una nuova scatola per governare il territorio, occorre far funzionare bene le realtà che già esistono. Un ente parco si porrebbe al di sopra degli enti in capo ai quali oggi insistono le competenze, creando un ulteriore ostacolo burocratico”.
Il Presidente della Commissione ambiente del Comune di Oristano, Paolo Angioi, prendendo atto delle numerose perplessità emerse, ha auspicato un nuovo approccio con chi legittimamente esprime preoccupazione o contrarietà alla nascita di un parco.
“Non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo finale – conclude l’Assessore Maria Bonaria Zedda -. Tutti vogliamo migliorare la conoscenza delle zone umide e realizzarne una gestione integrata, ridurre le minacce sugli ecosistemi marini, promuovere una gestione e un uso efficiente delle risorse idriche. Sono obiettivi il cui raggiungimento sarà tanto più possibile quanto più sarà garantito il coinvolgimento della popolazione. Facciamo tesoro di ogni posizione espressa, anche di quella più critica, per costruire un percorso ed elaborare una proposta realmente condivisa. Il coinvolgimento di cittadini, imprese, realtà del terzo settore, istituzioni dei comuni serve proprio per esplorare il potenziale del territorio nella direzione di una valorizzazione e di un futuro sviluppo sostenibile attraverso la creazione del parco. Siamo solo all’inizio del percorso”.