Un parroco chiede ad una donna entrata in chiesa con il suo cane di portare l’animale all’esterno.
Tanto è bastato a far scattare il blitz degli animalisti che, domenica, hanno interrotto la Messa per protestare contro la decisione del religioso.
Siamo a Genzano, un paese alle porte di Roma, dove, qualche giorno fa il parroco della chiesa di Santa Maria della Cima, don Marco, aveva invitato una signora, presentatasi in chiesa con il suo cane, a portare l’animale fuori dall’edificio. Per tutta risposta, mentre lo stesso don Marco era intento a celebrare la Messa domenicale, una quindicina di animalisti hanno fatto irruzione in chiesa accompagnati dai rispettivi animali domestici.
I manifestanti hanno iniziato a scandire i propri slogan, gridando: “Anche i cani hanno un cuore, anche i cani devono poter entrare in chiesa!”. Gli attivisti hanno quindi bloccato la funzione per protesta contro il parroco che qualche giorno prima aveva esortato la donna a non stare all’interno della chiesa con il suo cane. Sul posto, sono arrivati i carabinieri di Genzano, avvertiti dal parroco e dai fedeli che assistevano alla Messa. I militari hanno identificato cinque animalisti, rimasti nella chiesa ormai svuotatasi dei fedeli e pure degli altri manifestanti.
Gli attivisti appartengono alla Onlus Animalisti Italiani e ora rischiano fino a due anni di carcere. Questa è, infatti, la pena prevista dall’articolo 405 del codice penale, per il reato di turbamento di funzioni religiose del culto di una confessione religiosa. Pena che, nel caso di violenza alle persone o di minaccia, aumenta fino a tre anni. La posizione degli animalisti sarà valutata dall’autorità giudiziaria, mentre i carabinieri stanno indagando per identificare gli altri partecipanti alla protesta che, secondo la testimonianza del parroco, erano in tutto una quindicina. “Animalisti Italiani Onlus ritiene legittimo poter accedere in chiesa con il proprio animale di affezione, senza arrecare alcun disturbo, e continuerà a perseguire il principio per cui anche gli animali sono figli di Dio e devono poter entrare in chiesa”, si legge, infine, in un comunicato pubblicato sul sito dell’associazione.
Nel diritto canonico non esiste una disposizione precisa che ammetta o neghi la presenza di cani o altri animali in chiesa. Di solito ci si affida all’educazione dei fedeli oppure, come nel caso del santuario di Santa Maria della Cima, può decidere il parroco che, a sua discrezione, può scegliere di vietare o concedere a Fido di assistere alla celebrazione assieme al suo padrone.
fonte: il giornale.it
beh, pur non essendo cattolico, il parroco ha fatto bene. pur essendo animalista, questi erano degli emeriti idioti.
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