Il sistema pensionistico è al centro di un dibattito cruciale, con il governo che studia nuove misure per garantire la sostenibilità a lungo termine. Secondo le ultime proposte, chi lascia il lavoro dopo 42 anni e 10 mesi di contributi potrebbe dover attendere sei mesi, anziché tre, per ricevere il primo assegno pensionistico.
L’Italia si trova di fronte a una sfida demografica significativa: il numero di pensionati è in costante aumento, con oltre 16 milioni di persone che ricevono una pensione. La spesa complessiva per le pensioni ha raggiunto i 321,8 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 313 miliardi dell’anno precedente. L’aumento della spesa è una delle principali preoccupazioni per la sostenibilità del sistema.
Il piano del governo prevede di allungare l’età lavorativa e di introdurre “finestre mobili” per il pensionamento. Ciò significa che, in prospettiva, potrebbe essere necessario lavorare fino a 70 anni per mantenere il sistema in equilibrio. Tuttavia, ci sono eccezioni per lavori usuranti o per chi ha iniziato a lavorare in giovane età.
La Ragioneria generale dello Stato ha avvertito che, senza interventi, il sistema pensionistico potrebbe diventare insostenibile. La necessità di mantenere un rapporto di almeno 15 lavoratori per ogni pensionato è fondamentale per garantire la stabilità del sistema. Inoltre, la speranza di vita continua a crescere, complicando ulteriormente la situazione.
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