“Alla Sardegna sono state assegnate soltanto 1095 immissioni in ruolo per il personale ATA e appena 356 da destinare a ruolo, il 32,5%”: non soddisfano per nulla la Flc Cgil regionale i numeri assegnati al
sistema scolastico dal ministero dell’Istruzione pochi giorni fa, proprio a ridosso dell’apertura delle procedure online il 7 agosto. Per il sindacato non consola né offre ristoro la previsione della successiva assegnazione di 37 posti da attribuire al ruolo di direttore dei servizi generali e amministrativi.
“Nell’indifferenza totale della Regione – hanno detto la segretaria regionale Emanuela Valurta e Francesca D’Agostino della Flc Cgil Sardegna – il governo nazionale, nonostante la costante e progressiva riduzione degli ultimi anni che ha già causato pesanti disagi e disservizi non certo imputabili al personale, impone all’Isola l’ennesimo taglio per tutti i profili professionali ATA”.
Una schiaffo alla scuola pubblica nella quale il personale ATA opera da anni con abnegazione, passione e competenza in una condizione in cui i carichi di lavoro sono aggravati e i diritti come la formazione ridotti a causa del super lavoro degli uffici, dei laboratori, dei reparti.
Per la Flc è palese la discrepanza fra i proclami trionfali e propagandistici del governo e del ministro Valditara e i bisogni concreti della scuola pubblica dove, oltretutto, dilaga il precariato.
“Questa deprecabile noncuranza verso i bisogni delle scuole porta alla reiterazione di un illecito, ovvero l’abuso di contratti a tempo determinato, in barba alle disposizioni della Commissione europea”.
L’Italia non applica in modo corretto la direttiva 70 del 1999 del Consiglio Ue che vieta le discriminazioni a danno dei lavoratori precari. Non a caso lo scorso aprile la Commissione europea, che condanna l’abuso di rapporti di lavoro a termine nella pubblica amministrazione, ha avviato una procedura di infrazione.
Nel frattempo, i contingenti previsti per le immissioni in ruolo in Sardegna non coprono il fabbisogno organico delle scuole e, paradossalmente, i numeri reali finali sono di gran lunga inferiori al già insufficiente contingente previsto.
“Sono numeri tristemente ridicoli e vergognosi” concludono Valurta e D’Agostino aggiungendo che
“dovrebbero suscitare indignazione in chi governa la Regione perché al netto dei proclami non ha nemmeno tentato di far sentire la propria voce a Roma per difendere la scuola sarda”.
In allegato la tabella di dettaglio con i posti disponibili, quelli attribuiti ai ruoli e le percentuali di immissioni ruolo per ogni profilo professionale del personale.