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Pietro Grasso candidato premier della sinistra può valere il 10 per cento

Nel giorno in cui la sinistra, frantumata, continua i suoi balletti – Pisapia invoca l’unità col Pd, la Boldrini la respinge, Veltroni sculaccia tutti affermando che le divisioni sono da irresponsabili – ad agitare il Nazareno e Matteo

Renzi fanno capolino pesanti pareri di autorevoli sondaggisti su Pietro Grasso, il presidente del Senato fresco di addio al Partito democratico in polemica con l’approvazione del Rosatellum a colpi di fiducia. Ne dà conto La Stampa, che ha in primis interpellato Fabrizio Masia di Emg Aqua, secondo il quale il potenziale della sinistra con Grasso candidato premier “è tra il 9 e il 10%, ma non è un risultato scontato”. Concorda Roberto Weber di Ixè: “Per noi si collocano tra il 6 e il 10%“, afferma. E ancora, Weber aggiunge che “la figura di Grasso non ha un potenziale elettorale in sé. Per la sinistra è indispensabile la figura di un federatore che trasmetta simbolicamente l’idea di unità”. Resta l’evidenza delle cifre, piuttosto clamorosa e inaspettata: il signor Grasso potrebbe arrivare al 10 per cento. Cifre che frantumerebbero ogni già esile sogno di gloria del Pd renziano. Intanto l’altra Presidente, Laura Boldrini, prova a ritagliarsi uno spazio per la corsa a leader della sinistra. Il programma che propone è sempre lo stesso: tassa sulla prima casa e porte spalancate agli immigrati. La presidente della Camera ha partecipato a “Diversa”, un’iniziativa promossa dal Campo progressista di Giuliano Pisapia. Nel suo intervento, come riporta il Giornale,  ha parlato anche di fisco: «Meno tasse incassate vuol dire meno servizi a cittadini e bisognosi. No alla flat tax, ingiusta perché fa parti uguali tra disuguali. Ripristiniamo, per chi ha grandi patrimoni, la tassa sulla prima casa. Come prevede la Costituzione, chi ha di più deve contribuire di più». Poi ha anche parlato dei bonus erogati dal governo Renzi prima e da quello Gentiloni in seconda battuta: «Il lavoro, il welfare vanno riconsiderati, ma non è tagliando i diritti ai disabili o ai lavoratori che ci rimetteremo in careggiata. Basta con i palliativi , con le operazioni di maquillage, con i bonus a pioggia. Gli incentivi devono essere strutturali e non elargiti come oboli». Nel suo programma, si legge ancora sul Giornale, ha un ruolo centrale l’immigrazione e chiede il ripristino delle operazioni in mare da parte delle Ong: «Non ho condiviso quest’estate quella campagna scellerata contro le Ong. Tornino a salvare vite umane nel Mediterraneo».

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