Portovesme, tavolo con il MIMIT. Il Presidente Solinas: Glencore deve assumersi le sue responsabilità

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Cagliari. “L’obiettivo comune di Regione e Governo è quello di salvaguardare l’occupazione e garantire la ripresa di tutte le produzioni, strategiche per il Paese”. Lo ha detto il Presidente della Regione, Christian Solinas, intervenuto al tavolo ministeriale che ha visto coinvolti Regione e Sindacati sulla vertenza Portovesme.

Entro il 30 giugno una commissione chiamata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà valutare il progetto relativo al futuro dei siti produttivi e, di fronte alla rigida posizione di Glencore, il Governo e la Regione fanno fronte comune per garantire, come sottolineato anche dalla Sottosegretaria Fausta Bergamotto, una soluzione che sia funzionale alla salvaguardia di un territorio che reclama il proprio diritto alla salvaguardia dell’occupazione e alla tutela ambientale.

“Governo e Regione stanno portando avanti un lavoro comune nell’interesse dell’azienda. In questo è stato fondamentale anche il contributo delle forze sociali nel gestire una situazione molto complessa in cui i lavoratori hanno dimostrato, nonostante le sofferenze causate dalle molteplici difficoltà, un grande senso responsabilità mantenendo in perfetta efficienza lo stabilimento e gli impianti. Nell’ottica della individuazione di Portovesme come sito di interesse nazionale, all’esame del Governo, la Regione ritiene che il ragionamento debba comprendere l’intero polo della metallurgia non ferrosa, che comprende anche Sider Alloys e Eurallumina.

C’è senza dubbio un interesse nazionale a salvaguardare tutta la metallurgia non ferrosa, le cui produzioni sono fortemente richieste dal sistema produttivo italiano.

“Il progetto di riconversione annunciato da Glencore – ha sottolineato il Presidente Solinas – è profondamente diverso rispetto a quello che l’azienda stessa sta portando avanti nel resto d’Europa: negli stabilimenti sardi pare possa essere riservato l’onere di trattare materie particolarmente delicate sotto il profilo ambientale e della salute pubblica. Sappiamo infatti che le black mass sono un rifiuto pericoloso, tanto che al momento il trattamento di lisciviazione viene effettuato solo in Cina. Manca una normativa nazionale e comunitaria che dia indicazioni sulla gestione delle fasi di trattamento e smaltimento degli scarti di lavorazione del litio.

“In queste settimane – continua il Presidente –  è emerso con chiarezza che il tema dell’energia, che accomuna tutte le industrie italiane ed Europee, è stato utilizzato per coprire una strategia industriale evidentemente diversa da quella illustrata dall’azienda: sappiamo bene che la produzione dello zinco è stata incrementata in Spagna, a sfavore di Portoscuso, e che lo stesso è avvenuto in Germania con il piombo.

Il tema principale resta la tutela dei lavoratori di Portovesme e di San Gavino, il cui ciclo produttivo potrebbe ancora sostenersi dal momento che i lavorati della Fonderia sono richiesti sul mercato, a dispetto del fatto che lo stabilimento non venga citato nel piano di riconversione ad oggi prospettato. Ecco perché – ha concluso il Presidente – richiamiamo l’azienda, ancora una volta, alle proprie responsabilità”.

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