Dal Rapporto 2016 della Caritas sulla povertà, si evince che per la prima volta al Sud la percentuale degli italiani che si rivolgono ai Centri di Ascolto Caritas ha superato quella degli stranieri. Un’altro dato significativo e quello dell’aumento dei giovani indigenti, il vecchio schema di povertà italiano, che vedeva gli anziani più indigenti, non è infatti più valido. I dati danno un 10,2% di incidenza della povertà assoluta tra i 18-34enni, che cala all’8,1% per la fascia 35-44 e così via diminuendo fino al 4% dei over 65. Questo fa capire come la crisi del lavoro sta penalizzando i giovani in cerca di occupazione e gli adulti rimasti senza impiego. Per la prima volta risulta esserci una sostanziale parità di presenze tra uomini (49,9%) e donne (50,1%), a fronte di una lunga e consolidata prevalenza del genere femminile. L’età media delle persone che si sono rivolte ai Centri Caritas è 44 anni. Prevalgono le persone coniugate (47,8%), seguite dai celibi o nubili (26,9%). Il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%); a seguire, la licenza elementare (16,8%) e la licenza di scuola media superiore (16,5%). I disoccupati e inoccupati insieme rappresentano il 60,8% del totale. I bisogni più frequenti che hanno spinto a chiedere aiuto spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e di disagio occupazionale (57,2%), ma non sono trascurabili anche i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%). Sono 7.770 i profughi e richiedenti asilo che si sono rivolti ai Centri di ascolto della Caritas, si tratta per lo più di uomini (92,4%), con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, provenienti soprattutto da Stati africani e dell’Asia centro-meridionale.