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Progetto ‘Liberi dentro per crescere fuori’:al carcere di Uta partita di calcio a sei tra padri detenuti e figli minori

Si è svolta lunedì pomeriggio nella Casa circondariale di Uta la prima attività di Liberi dentro per crescere fuori, il progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Se non fosse stato per le alte mura perimetrali e le torrette di controllo da cui le guardie del carcere tengono d’occhio i suoi ospiti, si potrebbe raccontare che si è giocata una normalissima partitella di calcio a squadre miste: padri e figli minorenni in campo, mamme e nonne a fare il tifo, e un ospite d’eccezione in porta: lo street artist Manu Invisible. L’iniziativa si è resa possibile anche grazie all’adesione del carcere di Uta al progetto La partita con mamma e papà ideata da bambinisenzasbarre.

Il momento conviviale organizzato da Exmé & Affini, che ha visto riunite le famiglie in un pomeriggio di semi normalità, ha preceduto il confronto tra gli operatori di associazioni e cooperative coinvolte e i detenuti con le loro famiglie. È stata l’occasione per raccontare i dettagli del progetto in modo che gli interessati potessero farsi un’idea chiara del percorso da seguire per poi scegliere se partecipare o meno. Saranno infatti le persone detenute, insieme ai loro familiari a decidere se aderire e se, dunque, partecipare alle numerose e importanti attività previste per i prossimi 4 anni. In occasione dell’incontro di lunedì hanno manifestato la propria adesione 25 nuclei familiari per un totale di 50 minori.

Il prossimo passo sarà quello di coinvolgere le mamme detenute a Uta e le persone sottoposte a regime di detenzione alternativa. Una volta individuate tutte le famiglie aderenti, Liberi dentro per crescere fuori entrerà nel vivo dello svolgimento delle sue attività.

Il progetto, che desidera promuovere un sano processo di crescita e di integrazione sociale dei figli minorenni di genitori reclusi e potenziarne il legame affettivo con il genitore, è ideato e portato avanti dalle cooperative sociali cagliaritane Elan (capofila), Exmè & AffiniPanta Rei Sardegna, Solidarietà Consorzio; la Casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta, l’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna per la Sardegna (Uiepe), il Servizio Politiche Sociali Abitative e per La Salute del Comune di Cagliari el’associazione Prohairesis Aragorn S.r.l.

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