Progetto sociale Lav(or)ando. L’Assessora regionale Desiré Manca visita l’Istituto penitenziario per minori di Quartucciu e la Casa circondariale di Uta

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Cagliari. Visita dell’assessora regionale del Lavoro Desiré Manca, questa mattina, nell’Istituto penitenziario per minori di Quartucciu e alla Casa circondariale di Uta, per conoscere e verificare con mano l’esito del progetto sociale “Lav(or)ando”, ideato dalla cooperativa cagliaritana Elan e sostenuto dalla Fondazione con il Sud.

Avviata nella primavera del 2020, l’iniziativa è nata per favorire il recupero sociale e offrire un’occasione di riscatto a ventiquattro persone sottoposte a provvedimenti penali detentivi, attraverso il loro inserimento nelle lavanderie industriali presenti nei due istituti, con la prospettiva poi di essere inseriti in imprese del territorio disponibili ad accoglierli. Nel farlo è stata prestata attenzione anche alla sostenibilità energetica e ambientale con l’installazione a febbraio, sul tetto del carcere  di Uta, di un impianto fotovoltaico che produce 15 kw di energia. 

«L’obiettivo del nostro assessorato è quello di garantire anche all’interno delle carceri dei percorsi di riabilitazione e soprattutto di riqualificazione e di formazione. Ho molto apprezzato il lavoro nelle lavanderie di Uta e Quartucciu. Sarà pertanto nostra cura – ha dichiarato l’assessora del Lavoro, Desirè Manca – lavorare alla realizzazione di progetti formativi innovativi che possano rappresentare realmente un’opportunità per questi ragazzi che hanno sbagliato».

«Ci tenevamo che l’assessora visitasse le nostre lavanderie, vedesse quanto abbiamo costruito in questi quattro anni e in che modo le persone detenute, che hanno percorso con noi un pezzo della loro strada, hanno sfruttato questa occasione di possibile riscatto» spiega Elenia Carrus, vicepresidente e responsabile dell’area inclusione della cooperativa sociale Elan. «È stato un percorso complesso, ma in continua crescita. Abbiamo aumentato le commesse, coinvolto diverse aziende e, sicuramente, fatto passare un messaggio importante: il lavoro è un motore di riscatto sociale, un modo per sentirsi utili alla società e ricreare e rinsaldare quel patto sociale che è stato violato» le fa eco Anna Tedde, presidente della cooperativa. 

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