“L’emergenza che riguarda il Pronto soccorso e l’Ospedale di San Gavino è stata denunciata dalla sottoscritta ripetutamente e ripetutamente si è fatto ricorso a scelte temporanee e che hanno visto il personale ospedaliero dare fondo a tutto lo spirito di sacrificio e di servizio alla comunità, al punto da arrivare essi stessi stremati fisicamente e moralmente.
Questo perché la carenza di personale, la fuga dal SSN e dal SSR, hanno origine lontana nel tempo: è dal 2007, Governo Berlusconi, che è stato imposto il blocco del turnover, e cioè l’impossibilità di reintegrare gli organici dalle cessazioni di servizio. 10 in pensione e solo 3 nuovi ingressi. Era chiaro che il sistema sarebbe collassato.
Questo lo scrivo per chiarezza, perché è ovvio che di questa carenza odierna non può essere data responsabilità all’Assessore Doria così come non ne doveva essere data responsabilità l’Assessore Arru che ha cercato invece di affrontarlo. Non dimentichiamo che nel 2019 la Giunta Solinas bloccò i concorsi predisposti da ATS.
È vero, oggi la soluzione messa in campo dall’assessore Doria sembra essere l’unica soluzione possibile ma soltanto perché il problema è stato affrontato con estremo ritardo, sebbene fosse stato segnalato e noto dall’inizio dell’anno. Gli ospedali della città di Cagliari hanno bandito i loro concorsi per accaparrarsi i medici sulla piazza svuotando gli ospedali della periferia. É normale ed è legittimo ambire ad una sede di lavoro sotto casa e nessun giudice consentirebbe di tenere in ostaggio un lavoratore. Dunque 4 medici vincitori di concorso si dimettono da San Gavino per andare a Cagliari.
È vero che nel cosiddetto collegato alla finanziaria il consiglio regionale ha (abbiamo) approvato una norma che prevede che i concorsi seguano una certa priorità, regolata sulla base dell’indice di sofferenza della Asl ma si tratta di un provvedimento che arriva solo quando “i buoi sono scappati “con oltre 9 mesi di ritardo nell’approvazione.
Queste anomalie, questi ritardi, queste criticità, noi del Pd e in generale delle opposizioni le abbiamo ripetute, scritte e denunciate in ogni modo! Troppo spesso inascoltati.
Nella riunione di ieri presso la Asl 6 di Sanluri, con i sindacati e i sindaci, i vertici aziendali ho detto che la crisi della carenza dei medici soprattutto nei pronto soccorso è diventata strutturale e ho richiamato il fatto che a fronte di oltre 950 posti di specializzazione in emergenza urgenza solo il 24 % sia stato scelto dai giovani medici. Ciò significa che per i prossimi 5 anni mancheranno in Italia ben 700 medici dell’emergenza e dunque non è una questione di colori politici!
Ho aggiunto e che mi preoccupava il fatto che il nostro ospedale da Dea di I livello venisse declassato a CeT (centro di emergenza territoriale). Ho chiesto rassicurazioni sul limite temporale della soluzione considerato che in Italia tutto ciò che nasce provvisorio diventa definitivo e ho detto che solo il Consiglio regionale può decidere di modificare la rete ospedaliera.
La soluzione trovata dall’assessore dovrebbe essere limitata a 3 mesi, il tempo necessario per espletare il reclutamento di nuovo personale. Ciò comporterà un aggravio di lavoro dei medici dei reparti e del 118 che non sarà privo di conseguenze.
Ora vigileremo perché tutto ciò che sulla carta di una delibera funziona possa funzionare anche nella realtà senza ulteriori penalizzazioni ad un territorio che non merita di essere considerato marginale.“