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131 bivio di Lula, una marea di gente insieme ai pastori, alcuni di loro hanno ispezionato un camion che trasportava carne dalla Polonia, con doppia etichetta italiana. Tutto bloccato si è chiesto l’intervento dei Nas.
Uno dei pastori ha mostrato l’etichetta affermando: “Questa è la dimostrazione di come siamo presi in giro, non è carne italiana, non ha i requisiti che invece chiedono a noi. Ci hanno accusato di buttare carne buona, noi non buttiamo niente ma sappiamo che arriva dalla Polonia.”
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Mi auguro che la giusta protesta dei nostri pastori resti posizionata nelle rivendicazioni sacrosante. Con notizie come questa mi sembra che si esca da seminato. Non è certo una novità che tante carni arrivino da paesi dell’Unione Europea o anche extra-europa. Le carni in entrata son sempre attentamente verificate dal servizio veterinario che ne certifica la regolarità. E’ importante piuttosto che i commercianti (e la stragrande maggioranza lo fa) espongano chiaramente le certificazioni di provenienza delle carni stesse. Non ci sfugga che la migliori carne equina del mercato, di cui la Sardegna è una delle regioni che ne consumano maggiormente, provengono dalla Polonia. Forse ci sarebbe da riflettere come mai altri tipi di carni, soprattutto carni bianche, non vengano prodotte in Sardegna. Ogni settimana i grandi produttori e distributori di tali carni riversano nella nostra isola quintali di polli, congli, tacchini. Ma perchè tutto questo non si riesce a produrlo da noi?