Giornata carica di tensione oggi in Sardegna, alla vigilia del tavolo di filiera convocato per domani a Roma per trovare un’intesa sul prezzo del latte ovino. I pastori rilanciano chiedendo subito 80 centesimi al litro, contro i 72 proposti, per arrivare a un euro a fine stagione.
Inoltre gli allevatori premono per una riforma dell’intero settore lattiero-caseario sardo, per garantire un prezzo stabile nel tempo, e considerano fallimentare l’azione di tutti i Consorzi di Tutela della Dop dei quali sollecitano l’azzeramento dei Cda.
Intanto le proteste continuano, blocchi stradali, autocisterne assaltate e migliaia di litri di latte sversati. A Torpè, nel Nuorese un ordigno artigianale di alto potenziale, accompagnato da scritte «no voto per i pastori», è stato trovato inesploso in una struttura usata di norma dal Comune come seggio elettorale. Nel Sulcis, invece, quattro persone incappucciate hanno fermato un autotrasportatore che si apprestava a conferire il latte ai caseifici e lo hanno costretto a gettare il prodotto in strada. All’altezza di Posada un centinaio di pastori si è dato appuntamento per un simbolico sversamento di massa da un cavalcavia. Dal centro al sud dell’Isola: presidi sulla statale 195, tra Cagliari e Pula, con sette chilometri di coda vicino alla raffineria Saras, poi latte e formaggi sono stati regalati agli automobilisti.
Il tavolo al ministero dell’Agricoltura è convocato per domani alle 12 con tutti i soggetti coinvolti nella crisi. Ma uno dei Consorzi di tutela, quello del Pecorino sardo, ha già fatto sapere che diserterà l’incontro.