Cagliari. La conclusione del tavolo tecnico convocato dalla Regione Sardegna ieri sera 13 febbraio a Cagliari per cercare una soluzione per il crollo del prezzo del latte ovino pagato ai produttori non ha dato esito positivo. Nessun accordo raggiunto tra industriali, consorzi e pastori dopo oltre quattro ore di riunione e naturalmente cresce la sfiducia dei manifestanti, che non hanno lasciato la presidenza della giunta sino alla fine del vertice. Il presidente Pigliaru ha dichiarato che la Regione non può fissare il prezzo del latte ma può mediare fra le parti, le posizioni però al momento sono ancora distanti. «Gli allevatori non si sono spostati dalla soluzione del prezzo di un euro più Iva e hanno detto di non essere interessati alle questioni collegate al pecorino romano», ha spiegato uscendo dal palazzo di viale Trento il presidente di Sfirs, Paolo Sestu.:
In soldoni qual’è la proposta? Gli industriali propongono il prezzo del latte a 65 centesimi di euro e l’acquisto da parte della Regione degli ammassi di formaggio per 10milioni di euro. Quindi, il prezzo del latte resterebbe invariato e i pastori continuerebbe a sentirsi presi in giroi, mentre gli industriali svuoterebbero i magazzini dagli ammassi di cui non é neanche certa la provenienza, viste le continue illazioni e i sospetti circa il formaggio proveniente dalla Romania, precisamente da Lacitalia. In pratica si userebbero soldi pubblici per aiutare gli industriali anziché per aiutare i pastori.
Domani 14 febbraio il presidente Pigliaru e l’assessore Caria saranno a Roma al vertice di Salvini al Viminale coi pastori al quale hanno dovuto chiedere di essere invitati perché il ministro non li aveva, «Non eravamo stati convocati, abbiamo dovuto chiedere di essere invitati».
«Il Banco di Sardegna deve sostenere la filiera, noi facciamo il nostro compito e gli altri facciano il loro», ha dichiarato il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese. «Oggi abbiamo messo a disposizione ulteriori risorse affinché il prezzo del latte possa salire», ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura, Pierluigi Caria, che ha illustrato l’altra partita sulla quale si sta ragionando. Ossia, che il prezzo del latte d’ora in avanti sia legato al valore del pecorino romano calcolato sulle quotazioni della Camera di commercio di Milano. Due interventi, il primo per arginare l’emergenza, il secondo di tipo strutturale, che servirebbero a far rialzare il prezzo.
Le forze dell’ordine presenti in Regione erano in tenuta antisommossa, ma non c’è stato nessun problema.